Ronago: gasolio "de sfroos"
Quattro condannati

A tirare le fila del contrabbando, stando alla lettura dei giudici lariani che hanno sostanzialmente accolto - pur con diversi distinguo - le conclusioni del pubblico ministero Mariano Fadda, era Marco Benzoni da Ronago

m.schiani

RONAGO - La banda dei quattro gestiva il trasporto del gasolio di contrabbando dalla Svizzera all'Italia. Il tribunale di Como ha emesso la sua sentenza a carico dei 18 imputati nella maxi inchiesta su circa 80mila litri di carburante importato illegalmente attraverso i boschi dell'Olgiatese, condannando quattro persone per associazione a delinquere. A tirare le fila del contrabbando, stando alla lettura dei giudici lariani che hanno sostanzialmente accolto - pur con diversi distinguo - le conclusioni del pubblico ministero Mariano Fadda, era Marco Benzoni da Ronago, incoronato - a torto o a ragione - come il re del contrabbando e proprietario del crocevia di questo giro illecito: l'ex caserma della guardia di finanza di Ronago, appoggiata proprio sul confine con la Svizzera. A carico di Marco Benzoni i giudici hanno emesso una sentenza di condanna a sei anni e mezzo di carcere; sei anni di reclusione per l'altro imputato accusato di aver organizzato la banda di contrabbandieri, ovvero Giovanni Boretti, 63enne anch'egli di Ronago; pene più contenute per gli altri due imputati condannati per associazione a delinquere: il 26enne di Montano Lucino Jacopo Stasi e il 47enne varesino Giuliano Gestra (condannati entrambi a 1 anno e mezzo).

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Giovedì 22 Luglio 2010

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