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Domenica 01 Agosto 2010
In ospedale: mal di pancia
Ricoverato per peritonite
Gli avevano anche fatto pagare il ticket di 25 euro con il quale si punisce chi si presenta al Pronto soccorso per un male di nessun conto, immaginario quasi. Il giorno dopo è stato ricoverato d'urgenza per una peritonite. <Ancora un'ora e suo figlio sarebbe morto>, ha detto al padre il medico che ha operato il ragazzo
Andrea Iaconis abita a Como. E nel cuore della notte, il 7 luglio scorso, chiede al padre di accompagnarlo al pronto soccorso dopo essere stato svegliato da «forti fitte allo stomaco». Il tutto accompagnato da «febbre alta» e da «vomito». Il medico di turno visita, prescrive una radiografia, le analisi del sangue e conclude: «Gastrite». La cura: «Fermenti lattici, un lassativo e un inibitore della pompa gastrica». Il paziente lascia il Sant'Anna con in mano il conto da pagare che viene consegnato ai cosiddetti codici bianchi, ovvero i casi non urgenti.
«Una volta tornato a casa - scrive nella sua denuncia Andrea Iaconis - ho preso i medicinali, ma i dolori aumentavano». Nel pomeriggio il giovane paziente decide di farsi vedere al medico di base che, senza dubbio, diagnostica: «Appendicite acuta». E redige «un certificato di visita chirurgica urgente». Ma i dolori non cessano e all'alba successiva si torna al Sant'Anna: «Solo dopo insistenti proteste di mio padre mi sono state fatte le analisi» che, alcune ore dopo, spingono i medici a disporre «il mio intervento chirurgico d'urgenza per peritonite acuta». Alle 21 il paziente finisce sotto i ferri. «Il chirurgo - si legge nell'accorata denuncia - ha dichiarato a mia padre le testuali parole: "L'intervento è risultato difficoltoso, in quanto si è trattato di peritonite purulenta diffusa da appendicite acuta gangrenata e perforata, ancora un'ora di attesa e suo figlio sarebbe morto».
Andrea Iaconis commenta laconico: «Vi chiedo come mai in Lombardia, regione in cui la sanità perfetta viene continuamente sbandierata sulla stampa e sulla televisione, possano accadere casi come questi». Quindi chiede «una seria indagine su quanto mi è accaduto». E il Sant'Anna non si tira indietro. «Abbiamo ricevuto la segnalazione e immediatamente disposto accertamenti su quanto raccontato dal paziente - spiega la dottoressa Laura Chiappa, direttrice sanitaria dell'azienda ospedaliera - È presto per dire cosa possa essere accaduto. Da una prima lettura della lettera, però, già dalla prima visita in pronto soccorso sono stati disposti esami che dimostrano come il medico non avesse scartato anche l'ipotesi di un'appendicite». Il fatto è che «di scontato in medicina non c'è nulla, ed è quindi opportuno analizzare molto bene tutti i fatti prima di tirare delle conclusioni. Di sicuro è nostra attenzione procedere a un'indagine interna accurata». Parlare di consolazione è senz'altro eccessivo, ma alla luce di quanto accaduto poi ben difficilmente qualcuno al Sant'Anna pretenderà mai il pagamento di quei 25 euro.
P. Mor.
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