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Lunedì 02 Agosto 2010
Tocchi di campana a Como
per la strage di Bologna
Alla stazione di Bologna morirono padre, madre e figlio Una famiglia distrutta, che Como ha ricordato con 85 rintocchi di campane e le associazioni riunite in piazza San Fedele
Como ha ricordato così, alle 10.25 in punto, le vittime della strage di Bologna, le sue vittime, Carlo, Annamaria e Luca Mauri, partiti in automobile per una vacanza in Puglia e tornati chiusi in tre legni nella basilica dove erano state benedette le loro vite, il loro amore, il loro futuro. Erano alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980: lungo la strada, avevano lasciato l'automobile a riparare, volevano prendere il treno, i loro nomi sono scritti sulla lapide di una stazione distrutta dalle bombe eversive, sono scolpiti nella memoria di chi c'era, quel giorno, a Como, nelle istituzioni e nei luoghi di vita. In piazza San Fedele, trent'anni dopo, discreti e riservati come lo sono stati in tutti questi anni, tanti e lunghi anni, stanno appartati la signora Lida, la mamma di Annamaria, il fratello, dottor Vittorio Bosio, i familiari. Chissà che cosa passa nella loro mente, nel loro cuore: i presenti li riconoscono e li abbracciano, la famiglia da sempre rappresenta un grande esempio e anche stavolta, non c'è bisogno di parole, tra loro e chi sa. Bastano una carezza, una stretta di mano. In piazza, c'è il vicesindaco, Ezia Molinari, gli assessori Anna Veronelli ed Enrico Cenetiempo, il questore, Massimo Maria Mazza, il parroco di San Fedele, monsignor Carlo Calori, l'assessore provinciale Simona Saladini, sindaco di Cernobbio, consiglieri comunali come Bruno Magatti e Mario Molteni, sindacalisti della Cgil, il segretario Alessandro Tarpini ed alcuni segretari di categoria, il vicesegretario del Pd, Stefano Legnani. C'è chi c'era allora, come il senatore Luciano Forni, il consigliere Abele Dell'Orto, il consigliere Luigino Nessi.Erano democristiani. Gianstefano Buzzi, Gianfranco Garganigo, Emilio Russo, appartenevano al Pci e ci sono alcuni ex socialisti, ma sembra che manchi tutta una generazione di esponenti delle istituzioni e della società civile, come se si fosse verificato un salto generazionale. Sono presenti molti professori del Liceo Giovio e l'Anpi.
Ci sono gli organizzatori di una manifestazione che non ha precedenti a Como: l'Associazione Memoria Condivisa, l'Università Popolare, l'Auser. A Como, non c'è folla in piazza San Fedele: c'è qualcosa di impalpabile, un suono di campane. Ottantacinque rintocchi che, ad un certo punto, sembrano cambiare tono, non sono tutti uguali, nessun uomo è uguale e il pensiero va: Giuseppina Mauri e il marito, i genitori di Carlo, vivevano in Piazza San Fedele. Guglielmo Mauri, portato via dal crepacuore. Giuseppina ha offerto tutto il dolore a Dio, s'è affidata a Lui. A 62 anni, s'è fatta claustrale.
Maria Castelli
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