Da Cernobbio a Menaggio
Lario in allarme per le alghe

La mucillagine sul lago di Como si sta espandendo a macchia d'olio a causa della fioritura estiva delle alghe, com'era avvenuto tre e quattro anni fa, ma l'assessore provinciale all'Ecologia Paolo Mascetti, da esperto e da medico, rassicura che il fenomeno non è preoccupante.
«Avevamo previsto una cosa del genere e anche l'Asl era pronta a monitorarlo - dichiara Mascetti - alla vista può destare apprensione ma nella sostanza non c'è niente di grave. Anzi arrivo a sostenere che si tratta di un buon segno di pulizia biologica delle acque. Significa che ci sono elementi nutritivi in più e non si tratta affatto di conseguenze da inquinamento».

La mucillagine si sta espandendo a macchia d'olio a causa della fioritura estiva delle alghe, com'era avvenuto tre e quattro anni fa, ma l'assessore provinciale all'Ecologia Paolo Mascetti, da esperto e da medico, rassicura che il fenomeno non è preoccupante.
«Avevamo previsto una cosa del genere e anche l'Asl era pronta a monitorarlo - dichiara Mascetti - alla vista può destare apprensione ma nella sostanza non c'è niente di grave. Anzi arrivo a sostenere che si tratta di un buon segno di pulizia biologica delle acque. Significa che ci sono elementi nutritivi in più e non si tratta affatto di conseguenze da inquinamento». Nel lago si vedono a distanza chiazze verdi sempre più intense che per fortuna vengono in parte interrotte dal passaggio dei battelli e soprattutto di aliscafi e catamarani. In questo caso si deve riconoscere l'utilità dei mezzi veloci che con la cospicua sollecitazione del moto ondoso contribuiscono a infrangere la massa colorata e, per quanto possibile, ossigenare le acque.
Il fenomeno è accentuato in tutto lo specchio d'acqua da Menaggio a Bellagio, giù fino a Lenno, all'Isola Comacina, Nesso, Argegno e Laglio. Si attenua all'altezza di Carate Urio ed è quasi del tutto assente, almeno per il momento, da Moltrasio a Cernobbio, fino a Tavernola dove in sospensione ci sono soltanto le foglie portate verso la città dai venti costanti.
Una situazione che in un certo senso avvalla le enunciazioni dell'assessore provinciale in quanto il maggiore inquinamento è concentrato proprio in prossimità della città dove la fioritura algale è assente. Ci sono comunque un po' di preoccupazioni in piena stagione turistica in quanto l'espansione è in atto verso l'Alto Lago, sia sulla sponda comasca che su quella lecchese. Secondo quello che era stato detto in precedenti occasioni, il fenomeno del tutto naturale, sarebbe tale da non compromettere la balneazione e non darebbe luogo a allergie. Sarebbe direttamente correlato all'ondata di caldo africano che ha colpito anche il Lario e ha elevato la temperatura delle acque. Sta di fatto che al verde intenso, individuabile in molte zone, ben visibile dai battelli - crociera, si aggiunge la miriade di frammenti in sospensione a pelo d'acqua, soprattutto a distanza dalle rive, una situazione che per molti aspetti, legati soprattutto all'odore, disturba la navigazione da diporto assai intensa in questo periodo. L'esperienza del passato lascia adito a speranze nel senso che con i temporali d'agosto il fenomeno si era dapprima attenuato, poi scomparso del tutto. Un'evoluzione che, secondo Paolo Mascetti, viene confermata anche dagli esperti dell'Asl che stanno seguendo la situazione con continui monitoraggi. A parte la brutta vista, neppure per la pesca ci sarebbero preoccupazioni. La conferma viene dal decano dei pescatori lariani, Giuliano Fraquelli di Ossuccio, 65 anni, pescatore professionista da quanto ne aveva 14. «Le alghe - dice Fraquelli - sporcano le reti, talvolta si impigliano in fase di recupero del pescato, ma noi professionisti che sfruttiamo la profondità non avvertiamo conseguenze particolari. Ieri sera quando ho messo le reti sembrava di vedere un prato, ma c'è solo un po' di lavoro in più. Il pesce non subisce effetti negativi, anzi in questi giorni sto ottenendo buoni risultati sia con i lavarelli che con il persico».
Marco Luppi

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