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Venerdì 06 Agosto 2010
«Turista spennato, turista in fuga
No alle spiagge a pagamento»
No all'introduzione delle spiagge a pagamento propugnata dal presidente del consorzio del Lario Luigi Lusardi. Il timore è che l'idea possa comportare effetti negativi non solo per l'immagine del Lago di Como, ma per l'intero settore del turismo
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«Fino a qualche anno fa - dice la presidente Cadenazzi - sul lago c'erano le industrie, dalla Falck di Dongo con più di 1500 dipendenti alla Mantero di Menaggio e anche la cantieristica vantava un forte peso nel contesto economico. Ora se si fa eccezione per l'Abb di Lenno e per un buon numero di cantieri che lottano ogni giorno contro un'agguerrita concorrenza rimane solo il turismo. Ma l'ospite non può e non deve essere spennato con il pagamento di biglietti o con imposizioni che gravano eccessivamente sulla sua vacanza. Si rischia di ottenere l'effetto contrario e se la gente comincia a abbandonare il Lago di Como, richiamata da altri luoghi che privilegiano l'accoglienza, è finita per tutti. Personalmente sono contraria anche all'introduzione del ticket per l'accesso all'Isola Comacina. Quanto alle spiagge, cerchiamo di mantenerle in ordine, di istituire punti di approdo per la nautica da diporto con servizi e tutto il resto, ma lasciamo perdere i biglietti seppur mascherati dalla contropartita offerta dall'affitto di sdraio e ombrelloni. Molti miei clienti legati al Lago di Como, amano trasferirsi da una località all'altra con motoscafi, barche a motore, a vela e a remi con approdo nei punti più belli. Come si fa a comunicare loro che la libertà di accesso è limitata alle spiagge mantenute libere. Il lago e le spiagge appartengono a tutti, cerchiamo quindi di garantire l'assoluta libertà di utilizzo. Il Lario non ha niente in comune con le spiagge della Liguria, del Tirreno e dell'Adriatico, qui ci sono spazi limitati e non è possibile classificare i tratti di riva tra quelli liberi e gli altri a pagamento».
Marco Luppi
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