Giallo risolto, la mandibola
legata a un tragico gesto

L'ipotesi più probabile secondo gli inquirenti è che la mandibola che sabato è stata ritrovata da un cane in viale Geno possa essere del teschio di un uomo che si era tolto la vita nel febbraio del 2001

COMO - La certezza scientifica non c'è ancora, saranno solo gli accertamenti che verranno effettuati all'istituto di medicina legale di Milano a darla, ma l'ipotesi più probabile secondo gli inquirenti è che la mandibola che sabato è stata ritrovata da un cane in viale Geno possa essere del teschio di un uomo che si era tolto la vita nel febbraio del 2001. Il cadavere dell'uomo era stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione nel luglio di quello stesso anno proprio nella zona boschiva di Viale Geno.
Con il passare dei giorni dal ritrovamento di sabato del frammento osseo, è questa l'ipotesi che viene ritenuta più plausibile in attesa degli esiti della polizia scientifica.
Il ritrovamento del cadavere nella zona boschiva di viale Geno da parte di un giardiniere del Comune, la mattina del 4 luglio 2001, aveva suscitato scalpore. Sul posto erano intervenuti gli agenti della polizia di Stato e il pm di turno, il dottor Vittorio Nessi: nell'arco di poche ore e a seguito dell'identificazione del cadavere, il giallo era stato risolto e la pista dell'omicidio era stata quasi immediatamente accantonata. Si trattava del corpo, ormai in avanzato stato di decomposizione, di un finanziere di 58 anni, che aveva deciso di togliersi la vita.
Da quanto avevano ai tempi accertato gli agenti della Squadra Mobile, l'uomo aveva lasciato la sua casa di Mozzate il 19 febbraio 2001 in preda a uno stato depressivo provocato forse anche dal sospetto di una malattia; addosso ai poveri resti era stato rinvenuto abbigliamento di marca e, soprattutto, invernale, con accanto la pipa - riconosciuta dal figlio - la scatola del tabacco e la custodia degli occhiali.
Il medico legale Giovanni Scola, che aveva compiuto l'autopsia per conto della procura, aveva rilevato un grosso trauma toracico sui resti del dell'uomo - in pratica solo lo scheletro e alcune
parti mummificate - che dovevano essere all'origine di un decesso presumibilmente istantaneo. La presenza del trauma costale era stata giudicata in linea di principio compatibile con una caduta dall'alto, vale a dire con la possibilità che l'uomo si fosse gettato dal terrazzino sulla provinciale Lariana - 25 metri - cadendo e rimbalzando sulle rocce che delimitano lo stretto e impraticabile giardinetto comunale dove era poi stato ritrovato.
Dal suicidio al ritrovamento erano passati più di quattro mesi, durante i quali anche piccoli animali lo avevano aggredito: non è escluso, viene anzi ritenuto molto probabile, che la mandibola ritrovata dal cane sabato in viale Geno da un cane possa appartenere proprio al teschio di quell'uomo.

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