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Giovedì 19 Agosto 2010
Como, largo Miglio
è già terra di nessuno
I graffitari imbrattano quattro monumenti: il liceo Volta, la chiesa di Santa Cecilia, Porta Torre e le decorazioni sulla facciata della casa natale di Sant'Elia. I commecianti chiedono telecamere che sorveglino chi entra e chi esce dal principale accesso della città murata
Evidentemente gli occhi elettronici (per la verità, se ne vedono in funzione solo due rivolti all'interno del porticato) non sono bastati, visto che i grafomani e i graffitari sono tornati a colpire non soltanto la scuola ma anche tutti i monumento circostanti che fanno da straordinarie quinte al largo intitolato, dal 22 giugno scorso, a «Gianfranco Miglio / scienziato della politica / storico del Lario». Alcune scritte, fatte con la bomboletta spray, decorano anche le pietre millenarie della facciata interna di Porta Torre, il principale accesso alla città murata edificato nel 1192 su iniziativa del podestà Umberto da Pavia per rinforzare le antiche mura romane allora da poco ricostruite. Peccato che queste informazioni, sicuramente riportate sul cartello esplicativo di Italia Nostra posizionato accanto alla Torre, non possano essere lette dai turisti, perché anch'esso è stato deturpato dalla "firma" di un graffitaro. Sorte analoga, agli altri lati della piazzetta, è toccato all'ingresso della chiesa cinquecentesca di Santa Cecilia e alla casa natale di Antonio Sant'Elia, dove sono state deturpate le decorazioni recentemente restaurate secondo i disegno originali del celebre architetto futurista. I commercianti della zona protestano e fanno notare che Proa Torre è l'unico accesso alla città murata non sorvegliato da "occhi elettronici": "Vano messe delle telecamere".
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