Senna, il sindaco va a Lourdes:
"Dobbiamo evitare la bancarotta"

In pellegrinaggio con tutta la maggioranza per chiedere il "miracolo" sulla vicenda di via Gaggio riguardo alla quale è attesa la sentenza di 2° grado: se non ci saranno colpi di scena, il comune dovrà versare ai ricorrenti circa un milione e 300mila euro di indennizzo rischiando così la bancarotta

SENNA COMASCO - "No, non è uno scherzo, è la verità - promette il sindaco -: andrò in pellegrinaggio a Lourdes con tutti i consiglieri di maggioranza. Devo acquistare ancora i biglietti, ma di sicuro andremo lì prima che ci sia la sentenza sul caso di via del Gaggio. Il 4 novembre, a Milano, si andrà in appello". Il comune aveva presentato ricorso: la speranza del sindaco, è che non si debba sborsare quel milione e 300mila euro, a cui - secondo il tribunale di Como - hanno diritto i cittadini dei terreni espropriati. Se la cifra dovesse essere confermata, il comune rischierebbe di andare a gambe all'aria.
"Che Dio ce la mandi buona - dice Vasile - penso che i consiglieri di maggioranza vadano a messa più spesso di me. Ma, comunque, andremo tutti a Lourdes. E io farò il bagno nelle piscine". Dove è raccolta l'acqua definita da alcuni come prodigiosa. Ci si aspetta, se non un miracolo, una specie di grazia divina. "Il futuro dell'attività del comune dipende da questa sentenza. Se dovremo pagare quanto già stabilito - ricorda il sindaco - penso che l'amministrazione comunale avrà un tracollo. Arriveremo davvero alla bancarotta. Non ci sono né i soldi, né la possibilità di pagare una cifra così alta. E' un lusso che non possiamo permetterci. A meno di non tagliare sui servizi alle scuole, o sul sociale".
Il caso di via del Gaggio è noto. Gli ex proprietari degli 8 mila metri quadri, espropriati dal comune per il mai realizzato centro sportivo, tre anni fa presentarono ricorso al Tribunale di Como. A novembre, arrivò il verdetto della "determinazione definitiva dell'indennità d'esproprio". Se non ci saranno colpi di scena in secondo grado, il comune dovrà versare ai ricorrenti circa un milione e 300mila euro di indennizzo. Ogni singolo metro quadro espropriato varrebbe in realtà 130 euro, almeno quaranta volte di più rispetto ai 3 euro e 17 centesimi riconosciuti all'epoca dal municipio. Tra interessi, spese legali e consulenze, si va oltre il milione e mezzo di spesa pubblica. Una mazzata.

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