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Lunedì 06 Settembre 2010
'Troppi cinghiali', si va
alla caccia prolungata
L'assessore Colombo: "Gli ungulati selvatici hanno raggiunto in tutta la provincia una popolazione tale da determinare un impatto sull'agricoltura spesso insostenibile"
«Il protrarsi della caccia al cingiale per sette mesi -spiega l'assessore provinciale alla caccia Mario Colombo - rappresenta la principale strategia per limitare nella misura possibile il proliferare di tale specie invadente. Gli ungulati selvatici hanno raggiunto in tutta la provincia una popolazione tale da determinare un impatto sull'agricoltura spesso insostenibile.Ci troviamo di fronte a un passaggio epocale. Gli ungulati selvatici , da specie poco diffuse e protette, sono diventate specialmente nei territori montani della nostra provincia, specie invadenti con ripercussioni sulle attività agricole e alterando l'equilibrio delle località dove vivono.Per limitare i danni, sono state predisposte recinzioni preclusive e l'uso di sostanze repellenti unitamente al prelievo extravenatorio condotto attraverso l'uso di trappole e all'abbattimento diretto da parte degli agenti della vigilanza venatoria. Soluzioni queste limitate nel tempo , utili soprattutto nelle aree coltivate poste a ridosso dei nuclei abitati. Ma senza una vera e propria stagione di caccia lunga e mirata,sarebbe stato impossibile la riduzione dei capi. Grazie all'anticipazione di caccia avvenuta il 10 giugno scorso, sono stati uccisi 550 cinghiali, quasi il 35% del piano di abbattimento programmato e conseguentemente le denunce dei danni sono già diminuite di un terzo. In assenza dei grandi carnivori selvatici quali il lupo, l'orso e la lince, è il cacciatore che si sostuisce al ruolo di questi superpredatori, che passa così attraverso ad un vero e proprio ruolo di funzione sociale e di riconoscimento di riequilibratore degli ungulati selvatici ,grazie ad una corretta gestione faunistica, etica venatoria e a piani di abbattimento adeguatamente proporzionati con l'obiettivo di condurre tali popolazioni selvatiche entro più corretti parametri di densità agro-forestale».
I danni maggiori provocati alle coltivazioni sono stati segnalati soprattutto nel comprensorio Intelvese, nei comuni di Dizzasco, Schignano, Castiglione, San Fedele e Ponna e in Alto Lario nei centri di Stazzona, Musso, San Siro e Cusino.
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