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Giovedì 16 Settembre 2010
I clienti publici non pagano
Le aziende sotto scacco
Il saldo delle fatture anche oltre i quattro mesi e gli imprenditori costretti a chiedere l'anticipo alle banche
"Lavorare con il pubblico è un disastro - avverte Cesare Guanziroli vice presidente di Confartigianato Como e titolare di una ditta di impianti elettrici a Fino Mornasco - Oggi si rischia di vedere il guadagno azzerato dal ribasso che si deve applicare per aggiudicarsi l'appalto e dai tassi d'interesse che le banche applicano nel momento in cui, per recuperare un po' di liquidità sei costretto a chiedere l'anticipo sulle fatture". E gli istituti di credito, si sa non fanno mica beneficenza. Quattro o cinque mesi di ritardo vogliono dire un terzo di interessi passivi in più. L'edilizia, dopo quello dei servizi è il settore che sta soffrendo di più. Quello delle costruzioni è un settore che in questo momento soffre un doppio corto circuito: quello dei mancati pagamenti tra privati e Pa e tra privati e privati.
Luca Meroni, 35 anni, è demoralizzato. Alla mattina quando si alza deve pensare a pagare gli stipendi degli otto dipendenti e della decina di artigiani che lavorano per la sua azienda di pavimentazioni e scavi "È una guerra persa in partenza quella per farsi pagare. E non solo dal pubblico ma pure dai privati che secondo me oggi ci marciano un po' troppo con il discorso che c'è la crisi e i soldi non ci sono".
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