Como, antimafia in Comune
Controlli su ditte e appalti

La magistratura ha richiesto informazioni sulle imprese che lavorano per Palazzo Cernezzi. Si cecano dei "prestanome"

p.berra

COMO - La Direzione Investigativa Antimafia in Comune: anche Palazzo Cernezzi è entrato nel sistema di monitoraggio sugli appalti pubblici per contrastare collusioni fra imprese e soggetti dell'apparato politico ed amministrativo. Gli investigatori avrebbero chiesto informazioni sulle imprese che lavorano per il Comune, verosimilmente per effettuare controlli incrociati e verificare contiguità con società sospette. Magistratura e forze dell'ordine sono impegnate a rintuzzare la sfida della criminalità organizzata, della n'drangheta che non spara, non sparge sangue, ma entra nei gangli vitali dell'economia per reinvestire gli ingenti capitali derivanti dai traffici di droga e di veleni ed è ancora più pericolosa, perché impone le proprie leggi e il proprio potere. Però, la domanda si concentra sugli strumenti di cui un Comune, piccolo o grande, può disporre per respingere imprese legate alla criminalità organizzata e segnalarle all'autorità competente. La risposta è: nessuno, tranne le formalità. A Palazzo Cernezzi, spalancano le braccia: possono solo verificare che anche il punto e virgola delle certificazioni sia esatto, ma non hanno strumenti normativi per risalire a chi sta dietro all'imprenditore formalmente a posto.

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Venerdì 24 Settembre 2010

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