Fidanzati morti nella "500":
la Fiat non è responsabile
Mirko Montorfano, 20 anni di Figino Serenza e Marilena Gilio, 17 anni di Novedrate rimasero vittime di una drammatica carambola sulla Super 36 a Molteno - La vettura non aveva difetti, così la casa automobilistica e il concessionario verso il proscoglimento - Il processo penale continua a carico del conducente
Davanti al gip del tribunale Gianmarco De Vincenzi discusso l'esito della consulenza dell'ingegner Antonio Porro che assolve sia la società di Torino, rappresentata dall'avvocato Giovanni Anfora, sia il concessionario Serratore di Erba che cedette tale auto, assistito dagli avvocati Stefano Pelizzari e Renato Papa. A tutela di Serratore ha svolto la relazione tecnica il consulente di parte ingegner Vincenzo Fiorillo. Seguiranno ora le richieste di archiviazione del procedimento penale a carico perciò della Fiat e di “Serratore”. I legali della società di Torino e della concessionaria le hanno già preannunciate, mettendo in risalto l'esito decisivo della consulenza dell'ingegner Porro, esperto di sicurezza stradale, nominato con incidente probatorio il 30 giugno scorso, nell'udienza con il gip Gianmarco De Vincenzi. Tale scelta si è rivelata decisiva per rispondere, nel più breve tempo possibile, a inquietanti interrogativi.
Ora l'inchiesta del pm Fuzio si divide in due fascicoli.
Infatti viene sviluppato il procedimento penale a carico del conducente dell'auto Davide Lo Bosco, ventenne, indagato, difeso dall'avvocato Sergio Sartori. Sulla 500 il conducente, un trasportato a fianco e i due sul sedile posteriore, stavano rientrando alle rispettive abitazioni, dopo avere trascorso la serata in compagnia di altri giovani amici in città. Nel percorrere la super 36, in due distinte auto, poco dopo l'una di quella notte, l'auto ebbe una sbandata, finendo sulla carreggiata opposta. Nella carambola Mirko Montorfano e Marilena Gilio furono sbalzati fuori dall'auto, per finire politraumatizzati sull'asfalto. I due davanti restarono miracolosamente illesi, anche se in stato di comprensibile choc. Il 20enne cessò di vivere sull'ambulanza del 118. La ragazza nove giorni dopo. I genitori autorizzarono l'espianto degli organi: cuore, reni, fegato, un polmone, cornee.
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