Era una casa sulla collina
Ora è all'ombra dell'ospedale

Poteva finire ovunque, il nuovo ospedale Sant'Anna di Como. Invece l'hanno costruito proprio vicino a casa di Nicolò Oddo a San Fermo. Per i tre anni del cantiere è successo di tutto. Le mine che saltavano, le finestre che dovevano restare aperte, tutta la famiglia (due figlie con i rispettivi figli) che doveva lasciare la casa. E le auto dovevano venire posteggiate in strada. Ora è finita. La casa non è più sulla collina, ma incassata. E quando esce il fiume, si allaga

a.savini

SAN FERMO DELLA BATTAGLIA «Adesso arrivate?». Il signor Oddo ha una cazzuola in mano e lavora con mattoni e cemento. Quando si sente domandare se abita lì, in quell'unica casa enorme che sorge vicino al nuovo ospedale, gli si illuminano gli occhi: «L'ho costruita io. Pezzo per pezzo». Prima dell'ospedale? «Hai voglia», risponde. E spinge il palmo della mano all'indietro per dar l'idea di quanti anni sono passati da quando era un giovane marito e lavorava in Svizzera. Di giorno costruiva le case degli altri. La sera, senza neanche togliersi la tuta, attaccava con la sua. «Dalle fondamenta». Si illumina un'altra volta. Anche se lui l'intervista non la vorrebbe. «Ormai è andata, l'ospedale è qui». Poteva finire ovunque, l'ospedale di Como. È finito proprio nell'area verde di San Fermo, vicino a casa sua, l'unica della zona (ce n'è un'altra, a dir la verità, ma è disabitata). Ormai la sua bella casa con gli archi e le colonne bianche non domina più la collina della piana dei Tre Camini. Ormai la sua casa è incassata tra il retro del nuovo Sant'Anna e l'autosilo. Prima c'erano solo prati con le volpi e gli animali che passavano da una parte all'altra. Nel mezzo c'è stato un inferno di ruspe, gru, trivelle, betoniere, polvere, cemento, rumori. Adesso c'è un ospedale. L'ultimo Natale prima di trovarsi con qualche centinaio di vicini ammalati, gli Oddo l'hanno passato con i pompieri in casa. Un temporale ha fatto esondare il fiume, il fiume è lì da sempre. Ma prima che iniziassero i lavori del nuovo Sant'Anna la casa stava sopra. Ora sta sotto, pronta per essere allagata. Uno dei tanti incidenti di percorso. Eppure gli Oddo hanno avuto la pazienza dei santi. Non una polemica, non un litigio, manco l'idea di far causa per farsi risarcire i danni. Nicolò Oddo ha 74 anni, è nato in Sicilia, dalle parti di Messina, è arrivato a Lucino con la moglie Giuseppina Mangano e quando è nata la seconda figlia ha comperato il terreno e ha cominciato a costruire casa. Erano gli anni Sessanta. Ci sono voluti quasi 50 anni perchè qualcuno decidesse di occupare quest'ultima via Gluck della città e poi gliel'hanno occupata per benino. Tre anni di lavori, una Babele di muratori, una famiglia ostaggio di un cantiere. Nel vero senso della parola. Gli Oddo sono tanti. Il capofamiglia e la moglie, che oltretutto ha avuto problemi di salute ed è stata operata per ben tre volte, nel vecchio ospedale. E poi tre figli. Due figlie vivono lì. Una è sposata con tre figli. Una è sposata con due. In più ci sono quattro cani e tre gatti. Ora, durante gli scavi del nuovo ospedale succedeva questo. Venivano fatte saltare le mine. Due volte al giorno. E la famiglia era costretta a scappare. Le finestre andavano lasciate aperte insieme alle persiane perché altrimenti gli scoppi avrebbero fatto cadere i vetri. I cani e i gatti dovevano venire rinchiusi. Tutte le auto di casa andavano portate lontano, sulla strada che sale a San Fermo. Si può vivere così? Loro lo hanno fatto. Senza lamentarsi e senza chiamare i giornali. Sono rimasti senza i garage e il cortile, e ce l'hanno enorme, il cortile con tanto di legna per l'inverno Sul loro piazzale ce ne staranno venti, di auto. Eppure c'è stato un periodo in cui dovevano lasciare le loro macchine sulla strada e portarsi la spesa a casa a mano. L'hanno visto crescere l'ospedale, avevano i nomi degli operai appesi in cucina. Li hanno dovuti chiamare decine di volte ogni volta che si trovavano con qualcosa che andava storto. E storto andava sempre qualcosa. Prima sentivano solo silenzio, adesso vivono con il sottofondo delle sirene delle ambulanze e un serpentone di auto che va a e viene. Non li hanno neppure invitati all'inaugurazione. E ora qualcuno vorrebbe anche parcheggiare gratis sul loro vialetto. Gli Oddo, però, la prendono con filosofia: «Ormai sto ospedale c'è. Con tutta la gente che sta male, almeno noi stiamo bene di che ci lamentiamo?». Chiunque, al loro posto avrebbe risposto con una lista di motivi. A partire dal fatto che l'estate prossima non potranno più neanche prendere il sole in giardino.
Anna Savini

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Venerdì 08 Ottobre 2010

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