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Lunedì 11 Ottobre 2010
L'Inps rivuole i soldi
da 1.500 pensionati
Gli anni delle "pensioni facili" sono proprio lontani: adesso, con le "finestre mobili" vengono addirittura tagliate senza che nessuno dica niente e la generazione della seconda metà degli anni '50 comincia a pagare certi benefici accordati ai padri. E a Como i pensionati tremano
«Non è vero che nessuno dice niente» afferma Renato Quadroni, sindacalista Cgil e componente appena scaduto del Comitato provinciale Inps.
«Abbiamo protestato e stiamo protestando: appoggiamo l'operazione di recupero degli indebiti, perché è addirittura ovvio che vanno restituite le somme percepite senza diritto – sottolinea Quadroni - Contestiamo i modi: è direttamente l'Inps nazionale a procedere e al soggetto non viene neppure lasciato il tempo di presentare ricorso. Di norma, vengono concessi 60 giorni per le controdeduzioni ai provvedimenti. Stavolta, no. La pensione viene direttamente decurtata dalle somme indebitamente percepite». Questo significa che l'Inps si accorge solo adesso di aver pagato più del dovuto, ma che colpa ha il beneficiario?
«È opportuno ed apprezzabile che vengano eseguiti i controlli. Ma è anche vero che il pensionato presenta ogni anno la dichiarazione dei redditi – afferma Quadroni – e dunque, in teoria, le verifiche dovrebbero essere annuali. Non possiamo chiedere tanto. Chiediamo, però, che venga dato tempo al pensionato di rivolgersi ai Caaf, centri di assistenza fiscale autorizzati, presso i patronati sindacali, per ricostruire la propria posizione e capire dove ha sbagliato. Venga dato tempo per presentare ricorso».
Ma è possibile affrontare in qualche modo il problema? «Le direzioni provinciali accordano le rateazioni più ampie possibili. Certo che si stanno verificando situazioni critiche, perché in alcuni casi, gli anni da recuperare sono tanti. Almeno sette e anche più indietro». Il problema è che spesso si tratta di persone già deboli, visto che hanno ricevuto l'integrazione al minimo o la maggiorazione. Quindi significa che il punto di partenza del reddito era basso; poi le condizioni sono cambiate, ma sembra che in nessun caso si possa parlare di «pensioni d'oro». Secondo Quadroni, «ognuno fa storia a sé», ma è indispensabile rappresentare questa storia, cioè poter esporre le proprie ragioni. «Come nel caso dell'invalidità civile sottoposta a revisione. In provincia di Como, finora, quest'anno, sono state 650 le posizioni rivisitate. Solo qualche decina, ci risulta, non era regolare – dice Quadroni – ma non è più ammesso il ricorso per via amministrativa. Chi non si sente tutelato, dovrà rivolgersi al giudice civile, con spese non indifferenti. Per questo, insistiamo: appoggiamo ogni operazione di controllo, ma c'è modo e modo. Anche modo per mettere i controllati in grado di difendersi».
Intanto, anche il Comitato provinciale Inps non sta vivendo un bel momento: «Abbiamo l'impressione – dice Quadroni – che sia in atto un accentramento a Roma e questo potrebbe aggravare le difficoltà dei pensionati a comunicare e ad ottenere risposte dalle sedi territoriali. Un esempio: la riduzione dei componenti del Comitato, dove sono rappresentate tutte le categorie, datori di lavoro e sindacati». Edili e un'associazione di agricoltori non saranno più nel Comitato: una riduzione all'insegna del risparmio sulla spesa pubblica? «Non è affatto così – sottolinea il sindacalista– perché non si tratta di incarichi retribuiti e il taglio rafforza l'ipotesi di un accentramento». Il Comitato attualmente in carica è scaduto da settembre. Per una data ancora incerta, è atteso il rinnovo, con la nomina del nuovo presidente e dei consiglieri, con eventuale nuova definizione delle funzioni.
Maria Castelli
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