Albergatori contro le paratie
"Un disastro, fermiamole"

I ritardi, che secondo il sindaco di Como comportebbero altri tre anni di lavori, fanno infuriare gli operatori turistici. Passera: "Chiudiamo il primo lotto e scordiamoci il resto" 

COMO - «A questo punto bisogna stoppare i lavori tra piazza Cavour e Sant'Agostino. Teniamo la passeggiata attuale, sistemiamo la pavimentazione ma non allarghiamola. E abbandoniamo per sempre l'idea delle paratie. Il mio è un appello al buonsenso, non è più il tempo delle polemiche». La clamorosa presa di posizione arriva da Antonello Passera, noto albergatore e proprietario del Terminus, una delle strutture che stanno subendo i danni maggiori dal maxi cantiere (si trova proprio in Lungo Lario Trieste). E giunge all'indomani dell'annuncio shock del sindaco, Stefano Bruni, che aveva stimato in tre anni il tempo necessario per concludere l'operazione paratie. «La notizia è sconfortante, ma adesso bisogna lasciarsi alle spalle tutti gli errori e dimenticarsi del progetto iniziale - afferma Passera - perché è irrealizzabile sia da un punto di vista tecnico che finanziario, visto che mancano i soldi. Usiamo le ultime risorse disponibili per migliorare la parte di progetto già realizzata, quella verso i giardini. Ma lasciamo perdere tutta la zona centrale e scordiamoci del progetto che ha vinto il concorso di idee. Se c'è un minimo di raziocinio, a questo punto bisogna pensare a qualcosa di concretamente realizzabile, altrimenti il lungolago resterà bloccato per altri dieci anni, altro che tre anni. Il mio è un appello senza polemica: rendiamoci conto che non si può andare avanti con idee fantasiose e indebitandosi perché non ci sono i soldi. Il Comune non vada oltre piazza Cavour con i lavori, va bene la nuova passeggiata già realizzata verso i giardini, ma verso Sant'Agostino teniamoci il marciapiede attuale e sistemiamo solo la pavimentazione. Non ha senso accanirsi su un progetto sbagliato e che richiede esborsi non preventivati. Va ridimensionato subito». «Stiamo ipotecando il nostro futuro - chiude Passera - perché già ora facciamo una figuraccia con i turisti e nel medio termine tutti sapranno che è meglio non venire a Como perché è una città a soqquadro».

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