Soldi non ce n'è
Como se li sogna

Chiesto un miliardo, conto esorbitante presentato in Regione, Ma di questi soldi non vedremo un quattrino.  I tagli del governo non lasciano alle Regioni neppure gli occhi per piangere e Como pretende la luna

COMO - I tagli del governo non lasciano alle Regioni neppure gli occhi per piangere e Como pretende la luna: un miliardo di euro di investimenti per moltiplicare la ricchezza provinciale e per ricollocare il territorio comasco nella parte alta della classifica del benessere: nell'ultima graduatoria nazionale appare al 74esimo posto per qualità della vita e al 30esimo per il tenore di vita, fatto da reddito e consumi. I passi indietro sono misurati da diversi indicatori; il reddito di ogni comasco è di circa 26.000 euro l'anno, una crescita inferiore alla media lombarda e Como è collocato al 46esimo posto nella classifica nazionale della ricchezza. La scommessa di Como: tornare ai primi posti in tutto, un obiettivo per il quale occorre un miliardo di investimenti nei prossimi cinque anni. L'elenco è quello delle promesse non mantenute: dal campus universitario alla pubblica illuminazione; dalla metrotramvia alla Banda Larga; dai due lotti della tangenziale al Chilometro della conoscenza, dai distretti del commercio alla filiera del cinema, dalla creatività, trasversale a tutti i settori, al turismo, dal parco scientifico - tecnologico al recupero di Villa Olmo. Rappresentano alcuni dei 25 punti della scommessa di Como, ora atto ufficiale, pubblicato sul Bollettino della Regione Lombardia, nell'allegato territoriale al piano regionale di sviluppo. Sono i desideri della squadra che si ritrova ogni mese intorno al Tavolo della competitività e dello sviluppo, promosso dalla Camera di Commercio con tutte le associazioni economiche, i sindacati, il Comune, la Provincia, i parlamentari, i consiglieri regionali e la Pastorale del Lavoro della Diocesi. Per predisporre il piano regionale di sviluppo, linea - guida dell'attività dal 2010 al 2015, la Regione ha chiesto: «Che cosa volete?» e Como ha presentato l'elenco del fabbisogno e stimato che con un miliardo di euro potremmo cavarcela.
Nel piano pubblicato sul Bollettino non ci sono indicazioni di costi, né progetti dettagliati, né le ricadute in posti di lavoro, ma solo generiche strategie. C'è il recupero di progetti dei quali si parla da sempre, come il campus universitario e la metro tramvia, progetti da portare a termine, come il parco scientifico e tecnologico di Lomazzo; progetti innovativi, come il distretto della nautica, la filiera del cinema, poiché tutta la provincia può essere un set e la scuola di cinema Dreamers è già avviata; il distretto del verde. Le infrastrutture: con un emendamento dei consiglieri Dario Bianchi e Giorgio Pozzi, è questa la nuova formulazione per la tangenziale: «il completamento del sistema delle tangenziali di Como (primo e secondo lotto), unitamente alla realizzazione di un collegamento veloce lungo l'asse est - ovest (Varese - Como - Lecco) condividendo con il territorio le più idonee soluzioni progettuali». Altri obiettivi: garantire la piena balneabilità di tutto il lago di Como e questo titolo è controverso, perché nella prima versione era confermato il progetto “Plinius - Pumping System» e sul Bollettino Ufficiale l'indicazione è generica. Ma ci sono la piattaforma logistica intermodale e l'aggancio a Como ad Alptransit, con il quadruplicamento del tracciato Chiasso - Como - Seregno - Monza. Ci sono la Tremezzina e la Canturina Bis, i Distretti del Commercio. Nuova economia per tornare all'antica ricchezza? Non solo: il settore manifatturiero è ancora un punto di forza della provincia di Como e ha possibilità di sviluppo, sarà importante anche per le giovani generazioni, formate dall'università. Lo dice la premessa.
Maria Castelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA