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Venerdì 22 Ottobre 2010
Evasori fiscali
Il Comune fa la talpa
Appartamenti all'estero? Auto di lusso? Niente di cui preoccuparsi se regolarmente dichiarati. In caso contrario sta per scattare la scure dei controlli incrociati tra il Comune di Como e l'Agenzia delle Entrate.
COMO - Appartamenti all'estero? Auto di lusso? Niente di cui preoccuparsi se regolarmente dichiarati. In caso contrario sta per scattare la scure dei controlli incrociati tra il Comune di Como e l'Agenzia delle Entrate che hanno firmato ieri un protocollo di collaborazione così come hanno già fatto gli altri capoluoghi lombardi. Al Comune spetterà il 33% delle somme effettivamente riscosse in seguito alle segnalazioni inviate su eventuali situazioni "anomale". «È un'iniziativa - ha detto il sindaco Stefano Bruni - che va nella direzione dell'equità e del federalismo fiscale. Non facciamo né i poliziotti né i delatori, ma mettiamo a disposizione dati. Già abbiamo attivato un protocollo con la Guardia di finanza per il controllo incrociato sui servizi a domanda individuale». Dal canto suo l'assessore alle Finanze Sergio Gaddi ha precisato che il 33% che ritornerà al Comune «non ha alcun vincolo di destinazione e questo è importante nella situazione economica in cui ci troviamo».
Nel corso del 2009, come ha chiarito Michele Garrubba, responsabile provinciale dell'Agenzia delle entrate nel Comasco sono stati incassati 43 milioni di euro per evasione fiscale di vario tipo, ma ha detto di non poter fare stime sull'entità del fenomeno in quanto i dati sono riservati. Soltanto pochi mesi fa l'ex comandante della Guardia di finanza Rodolfo Mecarelli aveva parlato di evasione oltre il 20% sul Lario. «A livello regionale - ha detto Garrubba - hanno già aderito numerosi Comuni e 11 capoluoghi provinciali (oltre a Como, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Varese). Circa 700, invece, sono state le “segnalazioni qualificate” ricevute dall'Agenzia, per una maggiore imposta e sanzioni accertate di oltre 5 milioni di euro, di cui il 33% potrebbe finire nelle tasche comunali».
Gi. Ro.
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