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Sabato 23 Ottobre 2010
Anche i paesaggisti
bocciano Bruni
«La colpa di questo fascio va attribuita a chi dovrebbe amministrare la città. Il centro storico è in condizioni pietose, sul cantiere delle paratie non ci capiscono più nulla, la Ticosa è bloccata». Così Fulvio Capsoni, architetto comasco e presidente della commissione Paesaggio, già capogruppo di An in consiglio comunale.
COMO «La colpa di questo fascio va attribuita a chi dovrebbe amministrare la città e ha dimostrato di non saperlo fare. Ormai non se ne può più. Il centro storico è in condizioni pietose, sul cantiere delle paratie non ci capiscono più nulla, l'operazione Ticosa è bloccata e l'area rappresenta un biglietto da visita vergognoso».
Non sono parole di un imbufalito esponente dell'opposizione, ma di Fulvio Capsoni, architetto comasco e presidente della commissione Paesaggio, già capogruppo di An in consiglio comunale. Capsoni, dopo aver messo nero su bianco una lunga serie di critiche, in una lettera scritta con gli altri esponenti della commissione e indirizzata a sindaco, assessori e consiglieri, ieri ha rincarato la dose: «Sono incavolato nero e la rabbia aumenta ogni volta che passo dal centro e dal lungolago, quindi tutti i giorni - spiega - In centro storico la pavimentazione è distrutta, si spacca tutto ma non si interviene se non quando ormai il danno è grave. Il cantiere delle paratie è un disastro e nessuno ci capisce più niente. Se vogliamo parlare del Piano di governo del territorio, chiedo: cosa stanno aspettando? Si può andare avanti senza uno strumento di pianificazione urbanistica degno di questo nome? D'altra parte - rimarca - non abbiamo neanche l'assessore all'Urbanistica (il sindaco ha la delega in materia, ndr). Mi pare che sia sotto gli occhi di tutti il degrado degli spazi pubblici, dei monumenti, del verde. La carenza di manutenzione, unita a una serie di interventi scriteriati - prosegue Capsoni - disonora e umilia Como e i suoi cittadini, crea un danno enorme dal punto di vista paesaggistico, turistico, culturale, economico». E ancora: «Bisogna invertire drasticamente la rotta».
Mi. Sa.
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