Como, squadra in sciopero
Ieri niente allenamento

Comunicato dei giocatori: "Volevamo confrontarci sulla situazione". Ma resta il dubbio che fosse un'azione sul ritardo degli stipendi

Non vogliamo chiamarlo sciopero? Chiamiamolo confronto, chiamiamola giornata di pausa per necessità di chiarimenti. Fatto sta che ieri a Orsenigo si sono rivisti spettri di un passato che nessuno ha voglia di rivivere, perchè quando una squadra intera decide autonomamente di non uscire dallo spogliatoio e di non allenarsi, e quando è noto che questa squadra non prende lo stipendio dal mese di luglio e siamo a fine ottobre, è difficile pensare che si tratti di un semplice chiarimento tecnico. Soprattutto se i tecnici restano fuori dalla porta dello spogliatoio.
Il comunicato divulgato ieri pomeriggio, intorno alle 17, dalla squadra recita: "Abbiamo ritenuto utile e indispensabile, invece di svolgere la consueta seduta tecnica sul campo, analizzare l'attuale situazione sportiva prima fra di noi e successivamente con il direttore generale Marco Degennaro. Alla fine del confronto la nostra volontà è ancor più quella di uscire dalla difficile situazione sportiva a cominciare dalla trasferta di Pavia". Per chiudere poi "onde evitare facili strumentalizzazioni" si proclama il silenzio stampa con "decorrenza immediata". Situazione "sportiva", una precisazione che la squadra - a stilare il comunicato c'erano i "veterani" del gruppo - ha voluto sottolineare, non a caso. Per evitare polemiche, e questo da parte dei giocatori è assolutamente apprezzabile, sia chiaro. Nessuno di loro del resto ha mai messo i problemi societari tra le motivazioni che hanno portato la squadra sul fondo. Ma che il confronto di ieri si sia svolto su tutt'altri temi è sicuro. Forse il tutto è legato al ritardo degli stipendi.

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