Cermenate: unione di parrocchie
A breve una minirivoluzione

Don Vittorio Bianchi, dopo 18 anni di permanenza, destinato a divenire parroco di Abbadia Lariana - E arriva l'annuncio: saranno unificate le parrocchie di Cermenate con quelle di Cantù Asnago e di Bregnano

CERMENATE – Rivoluzione in arrivo per la parrocchia di Cermenate. Con un addio che non sarà indolore, quello a don Vittorio Bianchi, alla guida di San Vito e Modesto da ormai oltre 18 anni. E, nel prossimo futuro, il benvenuto alla nuova comunità pastorale, che riunirà sotto un unico campanile le parrocchie del paese e quelle di Cantù Asnago e Bregnano. Per don Vittorio si annuncia un ritorno a casa, visto che è stato designato come nuovo parroco di Abbadia Lariana, paese di poco più di 3.000 abitanti nel Lecchese, poco lontano da Mandello Lario, dove il sacerdote è nato nel 1938. La decisione del suo trasferimento è ufficiale da circa un mese, e altrettanto è il tempo che gli resta da trascorrere a San Vito, visto che dal 1 di dicembre comincerà il proprio ministero tra i fedeli abbadiensi. Un annuncio che farà alla comunità domani, dal pulpito, durante la messa domenicale. Non è ancora stato nominato un suo sostituto, ma la parrocchia cermenatese, verosimilmente, verrà affidata a don Luciano Larghi, suo collaboratore, arrivato in paese nel novembre del'anno scorso dalla Valle d'Intelvi. Personaggio vulcanico, don Vittorio, che in questi anni ha portato a Cermenate una ventata decisamente nuova, un innato spirito d intraprendenza che l'ha spinto a imbarcarsi e a coinvolgere i parrocchiani in parecchie imprese. Ma che ha anche fatto storcere qualche naso, da parte di chi, ha sempre ripetuto da parte sua, ha un'idea troppo rigida e lontana dalla gente della chiesa. E' passato quasi mezzo secolo da quando ha indossato la tonaca, nato e cresciuto in un rione popolare di Mandello, con un padre alla Moto Guzzi e d'idee spinte a sinistra, che quel figlio non l'avrebbe mai voluto prete. E invece. Qui è arrivato dopo essere passato da Rebbio e Stazzona, dove ha dato un forte contributo alla creazione della  sagra dei crotti stazzonesi. Perché la passione di don Vittorio Bianchi, oltre ovviamente al nutrimento dell'anima, è anche l'arte di quello del corpo. Tanto da aver ricevuto l'ordine italiano della Padellina d'oro, associazione di cultura enogastronomia fondata nel 1971 da Filippo Valsecchi. Anche i più critici nei suoi confronti non possono non riconoscergli il grande lavoro ed entusiasmo nel mettere in piedi, sempre in prima fila, occasioni di vita comunitaria, pensando alla fede ma anche alla semplice gioia dello stare insieme. Ci s'è messo d'impegno, ed ha rivitalizzato la festa patronale – istituendo anche la benemerenza del Sanvitino - la sagra della polenta, il carnevale, che ormai ha un ruolo di tutto rispetto sul territorio. Ha persino creato il dolce cermenatese doc, la goliardica “pulina de mul”. Lascia tanti ricordi, e tanti se ne porta via. «Un po' di dispiacere c'è – ammette don Vittorio – visto che ero qui da quasi vent'anni, e quando si cambiano tante case, in ognuna si lascia un pezzo di cuore. In attesa però di ricominciare da capo». Vicario foraneo, la sua soddisfazione, dice, sta tutta nell'affetto della gente. «In un certo senso torno a casa – sorride – e non ho rimpianti. Tutto quello che potevo dare a Cermenate, l'ho dato». E di cambiamenti, ed epocali per certi versi, ne sono in arrivo altri. Quel che nella diocesi ambrosiana è in atto da tempo, infatti, gli accorpamenti tra parrocchie e la creazione di nuove e più ampie comunità pastorali, sta per diventare realtà anche qui. Anche a Cermenate starebbe infatti per nascere una pastorale integrata. Comunità che vedrà lavorare in maniera congiunta le tre realtà presenti in paese - la parrocchia di San Vito e Modesto, quella asnaghese dei Santi Pietro e Paolo e il convento francescano – oltre a quelle di Cantù Asnago e Bregnano. E la nomina dei nuovi vicari foranei, che dovrebbe avvenire per la fine dell'anno, sarà il primo passo in questa direzione.

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