Cultura e Spettacoli
Venerdì 01 Ottobre 2010
Da Canzo all'Olanda
per un talent di lirica
Michele Filanti selezionato per «Una voce particolare»
«Il mio sogno? Cantare per vivere, anche via da qui»
Da Canzo alla televisione nazionale olandese, in nome della lirica. E' toccato a Michele Filanti, voce di basso lirico, aprire una puntata del programma “Una voce particolare” in onda su Nederland 2, il secondo canale televisivo nazionale dei Paesi Bassi. La trasmissione condotta dal baritono Ernst Daniël Smid propone al pubblico olandese in prima serata voci interessanti provenienti da tutta Europa, a seguito di una selezione biennale. Fra i 270 cantanti lirici e di musical presentatesi alle prove, Michele Filanti è stato uno dei 35 prescelti per le sette puntate di quest'anno, cogliendo l'opportunità di cantare l'aria della Vendetta di Bartolo dalle Nozze di Figaro mozartiane accompagnato dall'Orchestra Particolare diretta da Jan Stulen. E' lui stesso a parlarci di quest'esperienza: “una sensazione incredibile”, ci dice Filanti. “Andare in televisione è sempre un'emozione, ma quest'avventura è stata un'esperienza straordiaria percome si è svolta dal punto di vista umano, professionale e della persona. A parte l'emozione di essere stato selezionato, l'avventura mi ha permesso di toccare con mano come, oltralpe, ci siano grandi spazi per dare visibilità a chi è professionale, senza dover essere per forza inserito in ambiente professionale se non nello star system. Posso citare il programma di Smid come un esempio di clima umano e di valorizzazione della persona invidiabile: dovremmo impara un po' di più anche noi a sorridere, nella vita professionale...”.
Come ha scoperto il programma?
“L'ho scoperto grazie a mia moglie, che è olandese. E' lei, tra l'altro, che mi ha fatto amare l'opera”.
Michele Filanti si è accostato al belcanto a trent'anni d'età: “la mia professione è, finora, quella di pedagogista clinico. In sette anni di attività, studiando con il maestro Vincenzo Spatola di Milano, ho cantato nel Coro della Verdi di Milano con Romano Gandolfi – straordinaria persona, primo maestro – e Riccardo Chailly, poi in teatro in “Traviata”, “Boheme”, “Rigoletto”. Non posso dire di essere ancora un professionista perchè l'attività artistica, allo stato attuale, non mi dà risorse sufficienti: l'esperienza olandese mi ha confermato la convinzione che sia, prima di tutto, importante essere professionali in ciò che si fa. Lì, l'interessante è che se segui questa linea puoi avere spazio ericonoscimento”.
Qual è il sogno nel cassetto di Michele Filanti come basso?
“Cantare. Magari, poter vivere di canto. Qui come altrove: amo Canzo, il paese in cui vivo, ma adoro tutta l'Europa”.
Stefano Lamon
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