Ventimila malati di cancro
Ora Como ha un registro

Finalmente l'Asl ha inaugurato il database in cui vengono raccolti tutti i dati necessari per la cura e la prevenzione. Il 3,4% della popolazione è affetta da questo male, che rappresenta la seconda causa di morte

COMO - Sul Lario i tumori rappresentano la seconda causa di morte, la prima tra le persone di sesso maschile. Sono responsabili di oltre 1.500 decessi l'anno (un terzo del totale) e hanno colpito quasi 20mila comaschi tuttora in vita (il 3,4% della popolazione).
Ora a Como c'è un'arma in più per conoscerne l'incidenza, monitorarne la diffusione nel corso del tempo e, quindi, combatterli più efficacemente, partendo dalla prevenzione. Si tratta del “registro dei tumori”, uno strumento costruito negli ultimi tre anni grazie all'analisi di qualcosa come 2 milioni di schede di dimissione, 1 milione e 100mila referti di anatomia patologica, 67mila schede di morte. Il risultato è un'enorme banca dati in continuo aggiornamento, che fornirà una descrizione sempre più completa dei casi di neoplasia insorti sul territorio provinciale. Ieri l'Asl ha diffuso per la prima volta i dati relativi al 2003, anno in cui non erano ancora partite le campagne di screening e considerato proprio per questo un'utile base di partenza per un confronto con la situazione registrata negli anni successivi. Le persone con una prima diagnosi di tumore (esclusi quelli della cute) erano 3.093 (maschi 1.703, femmine 1.391), con un tasso grezzo di incidenza in linea con la media nazionale. Nell'arco dei cinque anni successivi, la malattia ha ucciso il 47,8% degli uomini e il 40,2% delle donne. E ancora: nel solo 2003 i decessi per tumore sono stati 1.562, su un totale di poco inferiore ai cinquemila. «Le neoplasie costituiscono complessivamente la terza categoria di patologie più diffuse in provincia di Como, dopo le cardiovasculopatie e il diabete - spiega il responsabile dell'osservatorio epidemiologico dell'Asl, Roberto Tettamanti - e la seconda causa di morte. La creazione del registro è un passo decisivo, vista l'elevata qualità dei flussi informativi di cui possiamo disporre». Entro l'anno prossimo, peraltro, verrà ultimata l'elaborazione di tutti i dati riferiti al 2004 e al 2005 e sarà possibile studiare gli scostamenti nell'arco del triennio. «Il registro è frutto dell'intenso lavoro che abbiamo svolto insieme ad altri attori istituzionali - spiega il direttore sanitario dell'Asl, Antonino Bonaffini - come i Comuni, gli ospedali, i medici di Medicina generale e il dipartimento interaziendale oncologico». Per quale motivo è una novità tanto importante? «Perché ci permette - risponde la responsabile del registro, Gemma Gola - di conoscere la situazione epidemiologica e, quindi, di valutare le azioni di prevenzione primaria, cioè il lavoro sugli stili di vita, ma anche secondaria, vale a dire lo screening». «Ora abbiamo dati certi - sottolinea a questo proposito il direttore generale Roberto Antinozzi - sui quali poter ragionare per predisporre una programmazione con interventi specifici, anche in base all'incidenza nelle diverse zone del territorio. È un grandissimo risultato, reso possibile dal finanziamento regionale ottenuto due anni fa. Inoltre dobbiamo ringraziare la fondazione Paola Giancola, che ha contribuito con una borsa di studio per assicurarci la collaborazione di un esperto di statistica, rivelatosi fondamentale».
Michele Sada

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