Niente più gite al "Fermi"
Le ragioni degli insegnanti

Il collegio dei docenti del liceo canturino spiega le ragioni della protesta che porterà all'abolizione delle gite, ma anche dei pre-scrutrini e dei colloqui con i genitori. Nel mirino la riforma Gelmini

CANTU' Niente gite scolastiche. Ma anche niente colloqui pomeridiani con i genitori. Niente consigli di classe subito dopo gli scrutini. E niente prescrutini per le classe quinte. Al liceo Enrico Fermi – lo scientifico-classico di via Giovanni XXIII – i professori hanno confermato la dura protesta contro la sforbiciata della riforma dell'istruzione, voluta dal ministro Mariastella Gelmini. Soprattutto, per un aspetto cruciale. Sul quale si erano detti solidali, dopo un'iniziale perplessità, anche gli studenti: «Sospese le visite di istruzione e tutte le uscite didattiche – si legge nel documento del collegio dei docenti – il collegio, pur riconoscendone l'utilità, ha ritenuto che questa possa essere l'unica azione incisiva, in grado di dar voce al profondo disagio della categoria». «I docenti si propongono di dialogare con la componente studenti. Per spiegare le proprie ragioni ed eventualmente intraprendere un percorso condiviso».
«Tagli dannosi», è il giudizio dei docenti sul contenuto della riforma. Un punto di vista largamente diffuso, affidato a un documento. Per un problema a livello nazionale da cui il Fermi non si sente escluso. «Il collegio dei docenti protesta a grande maggioranza – precisa lo scritto – la riforma della scuola si è risolta in una politica di slogan e soprattutto di tagli. Non solo non consente uno sviluppo della scuola al passo con i tempi, ma ne peggiora la qualità. Sia sul piano dell'istruzione che della formazione». E se gite e altre attività non retribuite saltano, vengono invece mantenuti alcuni corsi. «Quelli rivolti al recupero: corsi mattutini e pomeridiani. E all'ampliamento dell'offerta formativa: i corsi di eccellenza. Che, nonostante la riduzione dei fondi a disposizione, per quest'anno sono ancora realizzabili».
Il gruppo di coordinamento – i «prof» sono Maria Concetta Andreacchi, Nadia Bettazzoli, Nicoletta Cenni, Davide Del Campo, Filippo Di Gregorio, Maristella Galeazzi, Eddy Ostinelli e Maria Luisa Saldarini – aggiunge anche una lettera di accompagnamento. «I provvedimenti governativi annullano alcune importanti conquiste degli ultimi anni. Con una drastica riduzione del numero di ore di lezione, classi più numerose, minori finanziamenti per diverse attività ed iniziative. Elimina da molti indirizzi l'insegnamento di una seconda lingua europea. E riduce lo stesso insegnamento dell'inglese. I risultati, in Italia, sono sotto gli occhi di tutti. Molti giovani colleghi sono stati espulsi. Molti progetti qualificanti non potranno più essere sostenuti dagli istituti. Gli stipendi degli insegnanti, già nettamente inferiori alle medie europee, saranno bloccati per alcuni anni».

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