A Como Obrist, la star
dell'arte contemporanea

Marco de Michelis intervista Ulrich Obrist, nell'ambito del ciclo "La Kunsthalle più bella del mondo", di Fondazione Ratti e Camera di Commercio. Appuntamento il 27 novembre a Como, Villa Sucota, alle ore 18. Ingresso libero, fino ad esaurimento posti.

di Manuela Moretti

Le tendenze future dell'arte contemporanea sono al centro del prossimo incontro di «La Kunsthalle più bella del mondo», un progetto della Fondazione Ratti e della Camera di Commercio di Como che, attraverso un percorso biennale, prende in esame le principali problematiche legate alle pratiche espositive dell'arte contemporanea nel panorama internazionale.
Durante l'incontro, che si terrà stasera alle ore 18 a Como a Villa Sucota (via per Cernobbio 19), Marco de Michelis, direttore della Fondazione Ratti, intervisterà Hans Ulrich Obrist, curatore, critico e storico dell'arte di fama internazionale: «In questo incontro cercheremo di mettere a fuoco quali sono i problemi e le prospettive più importanti del nostro tempo nel mondo dell'arte contemporanea. Parleremo di futuro, di utopia, di giovani artisti, di architettura, ma anche del ruolo dei curatori e di chi progetta gli edifici destinati alle mostre». Oggetto di discussione saranno anche i confini e le contaminazioni dell'arte contemporanea, in una prospettiva che unisce sempre di più, in modo creativo, ambiti e linguaggi differenti. L'incontro sarà anche l'occasione per parlare dei progetti futuri della celebre Serpentine Gallery di Londra e del suo prossimo ampliamento nella Serpentine Sackler Gallery. De Michelis porrà ad Hans Ulrich Obrist - che lavora per la Serpentine Gallery sia come co-direttore per mostre ed eventi, sia come direttore per i progetti internazionali - alcune domande fondamentali sull'argomento, cercando di spiegare il motivo che ha dato vita all'ambizioso obiettivo.
«Una galleria come la Serpentine che aveva la sua sede storica da decenni, improvvisamente raddoppia - conclude il direttore della Fondazione Ratti -. Per quale motivo? Per fare semplicemente il doppio di mostre oppure per proporre mostre di tipo diverso? L'obiettivo è forse quello di toccare un pubblico diverso? Cosa vuol dire raddoppiare gli spazi? È solo questione di quantità o tocca anche la natura e la qualità del prodotto?».

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