Il vescovo bussa a Maccio
e la chiesa diventa santuario

Villa Guardia: monsignor Diego Coletti ha scelto la serata di sabato, vigilia del nuovo periodo d'Avvento, per qualificare la chiesa di Maccio come santuario della Santissima Trinità Misericordia

VILLA GUARDIA - Scesa la sera, nevicava. La chiesa di Maccio stracolma, nemmeno più posti in piedi.
Ma non è la notte di Natale. ll vescovo Diego Coletti ha scelto la serata di sabato, vigilia del nuovo periodo d'Avvento, per qualificare la chiesa di Maccio come santuario della Santissima Trinità Misericordia.
Bussa alle nuove grandi porte della chiesa il vescovo e legge il decreto. Un mese dopo l'annuncio dell'evento, comunicato dopo la messa di uno dei tanti martedì sera dal vicario episcopale don Italo Mazzoni, ecco il santuario: ora è tutto ufficiale.
Un imprevisto: non funzionava l'organo che accompagna il coro Regina Pacis diretto dal maestro Genovese. Ventuno i sacerdoti che celebrano con il vescovo Coletti. Anche attorno all'altare che don Enrico Verga, parroco scomparso nel 1996 del quale la gente di Maccio conserva un ricordo affettuoso, introdusse in chiesa, non c'era più spazio.
I muri della chiesa parrocchiale sulla collina, da oggi santuario, sono quelli che i maccesi fecero costruire a partire dal 1886, poi consacrati nel 1893. Ma qualcosa è cambiato. Non sono le nuove vetrate e le porte che da qualche anno l'attuale parroco e oggi rettore del santuario, don Luigi Savoldelli, ha fatto mettere, c'è altro. Maccio tiene alla sua chiesa ed è una comunità unita che la frequenta molto. Maccio tiene alla Chiesa e negli anni ha partorito figli che la servono in molti ordini religiosi e missionari.
A Maccio si prega intensamente e il vescovo Coletti riconosce che «il bene dei fedeli richiede una guida materna, premurosa e sicura da parte della Chiesa». Ecco in breve la motivazione che fa della parrocchiale un santuario, aperto fino a tarda ora a tutti, anche a quanti provengano da lontano. E il vescovo Diego chiede che a Maccio si continui a pregare in particolare per la santificazione dei sacerdoti; per le vocazioni di consacrazione, per la buona riuscita del prossimo Sinodo diocesano, per la pace nel mondo e chiede di fare iniziative spirituali a sostegno della famiglia, segno visibile dell'amore trinitario.
E Maccio ha un fedele speciale. E il santuario c'è anche per quanto gli è accaduto. È il maestro Gioacchino Genovese, 51 anni il prossimo primo dicembre.
Da venticinque anni dirige la corale parrocchiale Regina Pacis, da oltre dieci - dal primo ottobre 2000 - il maestro Genovese vive intensi momenti di preghiera in cui una voce gli chiede di pregare per persone che magari nemmeno conosce.
E poi ci sono gli scritti prodotti dal maestro Genovese, tramite attraverso cui alcune rivelazioni sono state raccolte e sono ora nero su bianco in tre corposi dossier custoditi dalla chiesa diocesana. E ci sono testimonianze di gente che è guarita.
«Per una valutazione completa e corretta degli avvenimenti accorsi in questi anni - dice monsignor Coletti - ho costituito in data 13 aprile 2010 una commissione di studio, incaricata di esaminare i fatti riferiti al signor Genovese e gli scritti da lui redatti. Commissione che continuerà il delicato compito di esame dei fatti accaduti, degli scritti redatti, delle testimonianze raccolte». Da qui si non si parte, si continua.
Paola Mascolo

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