Cultura e Spettacoli
Venerdì 03 Dicembre 2010
Gioielli d'arte e spiritualità
Sul Lario alcuni capolavori del romanico: un libro di Angelo Sala
<+G_CULTURAFIRMA>Angelo Sala
<+G_TONDO><+G_SQUARE>C'è un invisibile filo che lega, da oltre mille anni, gran parte dei luoghi storici del territorio lariano: è il tracciato delle antiche vie romee, il fascio di percorsi - perché strade vere e proprie non si potevano chiamare - che univa la Roma del Papa al centro e al nord dell'Europa e che toccava sul Lario alcune tappe culminanti: Gravedona, Como, Piona, Civate… Percorse già in epoche lontane, il loro massicciato affiora ancora dal suolo e ci rende ragione del perché di tante architetture oggi apparentemente sparse a caso.
In questa terra al centro della catena alpina si incontrarono la spiritualità nordica e la pittura vigorosa ed essenziale dei pittori giotteschi, dolce stile e realismo drammatico, linearismi germanici e corposità classiche. Ne sortì un'arte che, a partire dal romanico, caratterizza chiese e conventi che sono essi stessi opere d'arte nelle loro architetture e che ospitano opere di pittura e di scultura a cui spetta un posto di rilievo, quando non addirittura di primissimo piano come nel periodo romanico, nel panorama artistico europeo. Le chiese sono testimoni di una storia intensa, custodi anche di tensioni artistiche tra le più significative dell'intero arco alpino, che lungo le rive del Lario e nelle sue valli hanno trovato il terreno ideale per svilupparsi. Un viaggio di chiesetta in chiesetta comincia dalla lunga appartenenza alla cultura romanica che qui ha delineato un'identità diversa da altre regioni. Anzi, proprio dalle terre del Lario si è snodato, mille anni fa, un lungo itinerario d'arte che ha attraversato da oriente ad occidente l'intera Europa. Nel territorio sono rimasti alcuni dei tesori dell'arte medioevale di una bellezza intatta. Li ho raccontati nel libro "Pietre color delle acque. Il Romanico del Lario" (Bellavite Editore, 184 pagine a colori, formato 230x280 mm) che sarà presentato venerdì 3 dicembre alle 20,45 nella sede della Camera di Commercio di Lecco, in via Tonale.
Su questo patrimonio si è poi inserita l'altra grande documentazione: quella dei muri che raccontano, attraverso affreschi, quadri, rilievi e sculture, il quotidiano di allora, consentendo un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, ben documentato, nel libro, dalle fotografie dell'Agenzia Sole di Vetro.
Un tesoro fa scoprire un altro tesoro. Piccoli edifici romanici che racchiudono preziosi affreschi si affacciano su piazzette alle fine di vicoli stretti circondati da mura severe. La terra lariana è tanto ricca di questi tesori da essere essa stessa un tesoro. Immersi in una atmosfera senza tempo è difficile scegliere se indugiare sul paesaggio o ammirare un affresco o un capitello. Per questo è la poesia dei luoghi a guidare i passi nella storia e nell'arte che rivelano aspetti diversi ma tutti assolutamente affascinanti. Respirano ancora di glorioso medioevo le rive del Lario che da Como e da Lecco risalgono fino alle sponde del lago di Mezzola. Il misticismo ci regala incanti come San Benedetto in Val Perlana e San Pietro al Monte di Civate, la cui risalita immerge in un paesaggio dov'è forte la stratificazione di eventi, segni, occasioni di memoria e testimonianze che oggi fanno diventare ogni centro, anche il più piccolo, importante riferimento. Questi tesori d'arte sono testimonianze di civiltà, momenti fondamentali per delineare e dare corpo al più autentico senso di identità di un territorio e della comunità che lo abita.
La cristianizzazione infatti portò all'edificazione in quest'area di varie chiese nel periodo romanico che hanno mantenuto la loro caratteristica stilistica. Quanto qui proposto offre l'opportunità di scoprire le tracce di antiche vie di pellegrinaggio e la possibilità di conoscere luoghi fuori dalle mete del turismo di massa, passando per le chiese romaniche presenti sulle rive del Lario e nelle sue vallate. I percorsi sono articolati su base territoriale. Basterebbe comunque l'incantevole paesaggio a giustificare le escursioni sulle rive del Lario. Ma è proprio qui che un itinerario naturalistico si arricchisce di incontri con l'arte e la storia. Gli stessi borghi rivieraschi, qualcuno con ancora qualche traccia di castello o di antiche strade, rappresentano poi elementi inscindibili dal paesaggio naturale a tal punto che le opere dell'uomo sembrano essere nate insieme a quelle della natura. Tra gli elementi antropici che caratterizzano il territorio lariano uno in particolare è presente in tutti gli ambienti, sia lungo le rive sia nei boschi su cui si elevano verticali e rupestri cime. Sono i luoghi di culto, chiese e conventi, abbazie e santuari. Certo, oggi le strade asfaltate che hanno avvicinato città e paesi hanno reso di facile accesso anche zone remote. Eppure gran parte di quei luoghi ha mantenuto un fascino ascetico. Rintracciare questo patrimonio storico religioso è operazione di riappropriazione di un passato che aiuta a comprendere l'identità di oggi. Il lettore troverà un territorio disseminato di segni che, come in un gioco di caccia al tesoro da improvvisare ogni volta che vorrà, lo aiuteranno a costruirsi un suo itinerario, magari alla scoperta della chiesa cui spesso è passato accanto ignorandone la storia.
Romanico per molti suona quasi come un mito, una leggenda; come termine di una cultura favolosa e lontana; eppure lo splendore delle sue forme è spessissimo a portata di mano, o meglio di occhio. E magari da dietro l'angolo una sorpresa ci attende... Ricordando che questi messaggi non sono soltanto di pietra. Celati su un monte, incorniciati tra le fronde dei castagni, proiettati sullo sfondo del lago, questi edifici, spesso modesti, ci recano il palpito ancora vivo degli ideali che mossero i costruttori, l'eco del salmodiare austero di monaci, l'immagine di coloro che vi trassero in fidente orazione. Questo libro vuole aiutare a meglio comprendere quel grande irripetibile evento della nostra cultura che risponde al nome di romanico.
Da pochi decenni si erano varcate le soglie dell'anno mille allorché tutta l'Italia, come del resto l'intera Europa, veniva percorsa da un grande fremito, un fremito che in ogni regione, città o paese s'era venuto articolando in differenti parlate a seconda della natura di ciascuno, dei rispettivi contatti, delle rispettive tradizioni e condizioni. Tuttavia, se differenti risultavano le parlate, le locali inflessioni, identica era, per così dire, la sintassi: ovunque romanico significava spaccare il guscio di secoli d'immobilità espressiva ed iconografica, secondo le indicazioni che alcuni geniali maestri, nei secoli precedenti, avevano disseminato un po' ovunque. Era la pressione della carne e della terra che travalicava le categorie dell'astrazione, era il fragore di una cultura che si rimetteva in movimento e si riorganizzava. Di tutto questo, quel fazzoletto di terra che si distende dalle rive del Lario sino alle montagne delle sue valli, ci offre un eccezionale spaccato: una per una le tappe di quel rinnovamento prendono forma, e splendente forma, nelle architetture delle sue chiese e nei cicli di affreschi. Anche a confermare che il procedere della cultura non conosce confini né categorie, come testimoniano i mille volti di un'unica, grande esperienza artistica. Apparterrà forse al turismo d'altri tempi, tuttavia il mutare delle mode non cancella la bellezza, anzi magari la esalta, e oggi come ieri si continuano a specchiare nelle acque del Lario antichissime pietre. Sono quelle intagliate e lavorate dai celebri maestri comacini quelle che ci accompagneranno lungo questo viaggio alla scoperta del romanico in questo lembo di terra lombarda.
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