Guerra sugli orli
tra artigiani e industriali

Confartigianato: per pochi centesimi di differenza si preferisce andare in Tunisia a rifinire i foulard e in nostri laboratori chiudono

Nel distretto comasco mancano i laboratori per orlare i foulard? Gli industriali recitino il mea culpa. All'indomani della denuncia di Moritz Mantero («siamo costretti a delocalizzare questa lavorazione in Madagasgar») risponde a tono Lorenzo Frigerio, presidente settore moda di Confartigianato. «Qualche anno fa avevo proprio denunciato i rischi che avremmo corso perdendo pezzi di filiera. Tra i vari esempi, avevo fatto riferimento ai foulard, e cioè che saremmo arrivati di produrne di bellissimi ed in tempi rapidi, ma poi costretti a spedirli a migliaia di chilometri di distanza per la finitura». Cosa che si è puntualmente avverata: secondo l'ultimo censimento, dal 2000 ad oggi il numero dei laboratori è sceso da 200 a 80. Quelli rimasti non riescono a evadere gli ordini. Perchè questo drastico calo? Due i motivi, ben spiegati dall'imprenditore.
Il primo: «Per pochi centesimi di differenza a volte si è preferito andare in Tunisia o altrove, scelta forse giustificata per prodotti di fascia bassa come il poliestere, ma assolutamente incomprensibile per tipologie di alta gamma». Secondo fattore, non meno importante: «La politica, le istituzioni non avevano e non hanno capito nemmeno adesso che non possono equiparare e trattare gli artigiani al pari di una Fiat o di una grande azienda. Invece di supportare i più piccoli, li hanno abbandonati al loro destino nell'assoluta indifferenza».

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