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Lunedì 06 Dicembre 2010
"Basta, fermate
il cantiere delle paratie"
Dopo la bocciatura del soprintendente Alberto Artioli del progetto per la riqualificazione del lungolago di Como che aveva vinto il concorso di idee indetto dalla Regione Lombardia, il destino del cantiere delle paratie è sempre più un punto interrogativo.
COMO - A Palazzo Cernezzi la temperatura è più alta di quella esterna. Molto più alta. Dopo la bocciatura del soprintendente Alberto Artioli del progetto per la riqualificazione del lungolago che aveva vinto il concorso di idee indetto dalla Regione Lombardia, il destino del cantiere delle paratie è sempre più un punto interrogativo. Il presidente della commissione Urbanistica e capogruppo del Pd Mario Lucini, che si è sempre dimostrato lungimirante sul tema, arriva a chiedere lo stop alla grande opera: «La necessità di aggiornamento e di spiegazioni da parte del sindaco è evidente. Altrettanto evidente è che la storia del concorso di idee era semplicemente un diversivo per aprire prospettive nuove dopo il disastro del muro». Lucini parla di «caos totale» e dice che «sembra che si voglia procedere con testardaggine a realizzare un progetto che procurerà, qualora realizzato, più danni che benefici alla nostra città». Poi l'affondo pesantissimo: «Adesso si stanno acquisendo dati che avrebbero dovuto essere indispensabili prima dell'avvio dei lavori, indicati come necessari nella relazione geologica nel '93. È un progetto che viene continuamente modificato senza che ci sia più un progettista. Fermare un cantiere di queste dimensioni è molto problematico, ma mi sto sempre più convicendo che proseguire potrebbe portare disastri ancora peggiori». All'interno della maggioranza non c'è ottimismo. Anzi. Il capogruppo della Lega Nord Giampiero Ajani: «Per quel cantiere ci vorranno ancora anni ed è ora che il sindaco, in una sede pubblica come il consiglio, renda edotti i consiglieri su quello che si intende fare e con tempi certi. Come peraltro era stato chiesto. Quello che dice la soprintendenza lo prenderei con le molle, dovrebbero decidere i cittadini di Como e non la soprintendenza. Qui non dobbiamo fermarci, ma andare avanti e in fretta. Bruni spieghi la situazione e poi si deciderà cosa fare». Durissimo il capogruppo di Autonomia liberale per Como Piercarlo Frigerio: «È' l'ennesimo brutto capitolo della vicenda paratie, opera che ho sempre visto in modo critico come avevo già espresso in consiglio. Siamo davanti a un'ulteriore perdita di tempo, cosa che non possiamo più permetterci: iniziamo a salvare il salvabile ripristinando l'accesso nei tratti per riportare alla fruizione turistica del lungolago. Un'opera che si doveva inaugurare in tre anni partita senza i fuochi d'artificio perché erano già stati usati tutti per la Ticosa e sbandierata come esempio di cantiere perfetto, si è rivelata un discreto fallimento con incertezza sui tempi, con i costi lievitati e una leggerezza incredibile da parte del Comune. Si è fatto un concorso senza avere i fondi per realizzarlo e per di più per un'opera sostanzialmente inutile che serve a tutti, ma non alla nostra città. La passeggiata si poteva sistemare senza violentare il paesaggio».
Invita alla cautela il vicecapogruppo del Pdl Veronica Airoldi: «Innanzitutto bisogna capire i rilievi e, sulla base di questo, capire che cosa si può recuperare del progetto di Zucchi. Il sindaco ha detto più volte che intende trovare una soluzione temporanea per riaprire il primo tratto, anche se bisogna capire la messa in sicurezza per evitare guai. L'aspetto estetico è determinante e, a questo punto, anche prendersi un po' di tempo per fare le cose nel modo migliore non mi sembra così negativo».
Gi. Ro.
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