Mariano Comense e Cantù uniti
nell'aiuto alle famiglie in difficoltà

Progetto pilota in Lombardia con l'ausilio di due fondazioni - Stanziati 50 mila euro per favorire rapporti di buon vicinato in cui dare o ricevere aiuto - Entro metà gennaio un tavolo istituzionale per essere operativi a primavera

MARIANO Mariano e Cantù unite per realizzare, insieme alla Fondazione Comasca e alla Fondazione Paideia di Torino, nuovi servizi a sostegno delle famiglie con figli. Non quelle che vivono situazioni particolarmente delicate o problematiche che hanno bisogno dell'intervento ufficiale delle assistenti sociali o, nei casi estremi, dei giudici che emettono provvedimenti di un certo tipo, ma quelle che sono alle prese con i problemi pratici di tutti i giorni. Una quotidianità che a volte, specialmente per quei nuclei che non possono contare su una rete parentale che viene in soccorso sotto forma di nonni o di zii, genera difficoltà nel gestire gli impegni del lavoro, con quelli della famiglia e le esigenze dei figli, creando tensioni e malumori che con una rete di solidarietà basata sui valori del buon vicinato, potrebbero sparire in un lampo.
«La Fondazione Comasca - spiega l'assessore ai servizi sociali Cesare Pozzi - ha deciso di investire 50 mila euro sul territorio marianese e canturino per avviare un progetto che in Lombardia rappresenta una novità assoluta. Ci si rifarà all'esperienza maturata in questo senso dalla Fondazione Paideia di Torino che nelle province di Torino e Ferrara ha già avviato dei progetti che stanno ottenendo risultati più che positivi». Il riferimento è alla sperimentazione avviata nella città di Torino dove si è dato vita a un progetto di interscambio: in pratica otto famiglie hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i figli del vicino di casa o di altri genitori che, per impegni diversi, non riescono ad accompagnare il figlio a scuola, a seguirlo nei compiti, a portarlo all'allenamento o più semplicemente a trascorrere insieme qualche ora parlando, guardando un film o mangiando una pizza. In poco tempo le adesioni da parte delle famiglie disposte ad aprirsi all'accoglienza sono diventate 60 e stesso discorso si sta registrando in provincia di Ferrara dove da otto nuclei iniziali, adesso se ne contano più di trenta. L'obiettivo, sostanzialmente, è quello di organizzare rapporti di buon vicinato dove le famiglie, coordinati dal comune, possono dare e ricevere aiuto in sostegno dei loro figli con piccoli e utili interventi. «A Mariano - prosegue l'assessore - c'è già un tipo di servizio simile, ma diciamo che ora l'organizzazione è affidata alla buona volontà di chi vi partecipa: noi, con Cantù, vorremmo creare invece una rete strutturale coinvolgendo le famiglie ospitanti, ma soprattutto le associazioni del territorio perché saranno loro, poi, a dover garantire il tutoraggio dell'iniziativa». Per partire ci si avvarrà di un professionista che sul progetto lavorerà «venti ore alla settimana, equamente divise tra Mariano e Cantùi». Entro la metà di gennaio verrà creato un tavolo istituzionale ed entro primavera si passerà alla parte operativa.

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