Le pareti del futuro?
In stoffa ipertecnologica

L'architettura tessile è dietro l'angolo e nelle università già si studiano idee innovative

<+G_DATA>Como<+G_TONDO> Edifici tessili? Più che un'utopia, una realtà resa possibile da una nuova gamma di materiali estremamente innovativi. Le case del futuro avranno travi e pareti di stoffa: ipertecnologica, altamente ecosostenibile, confortevole e mutevole secondo necessità. La sfida di trovare percorsi non convenziali, comunque legati alla tradizione e alla qualità della nostra filiera, è stata al centro di un interessante convegno organizzato pochi giorni fa a Milano da “Proposte”, fiera internazionale del tessile arredo che ogni anno si svolge a Villa Erba.
La 19edizione avrà luogo dal 4 al 6 maggio 2011 e darà notevole spazio alle collezioni studiate per la grande hotellerie e le scenografie dell'urban design, argomento dell'incontro cui hanno partecipato archistar e interior designer del calibro di Matteo Thun,  Italo Rota e Hannah Foden. Dalle loro testimonianze sono emerse le potenzialità del tessile nel contract alberghiero, assai promettente per il business del settore. Sempre più progetti, come l'hotel Missoni appena inaugurato ad Edimburgo, usano il tessuto per lasciare un segno inconfondibile in ogni ambiente.
Finora l'utilizzo è stato circoscritto agli arredi e ai complementi, ma è destinato ad ampliarsi in ambito edilizio, come ha ben spiegato Alessandra Zanelli, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell'Ambiente del Politecnico di Milano.
«Gran parte del patrimonio attuale - ha detto la Zanelli- viene continuamente trasformato, il più delle volte ricorrendo a interventi demolitivi con grande impegno economico e di tempo, al fine di adeguare gli edifici esistenti al cambiamento delle funzioni o anche ai mutamnenti dei gusti. Mettendo in campo materiali tessili facilmente removibili, adattabili e riciclabili, si potrà riprogettare lo spazio con maggior libertà e soprattutto in modo sostenibile».

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