Erba: Azouz vuole
tornare in Italia
sogno italiano del tunisino si arricchisce di un nuovo capitolo: il suo legale, l'avvocato Roberto Tropenscovino, ha presentato in Questura a Milano e al ministero il ricorso per il ricongiungimento famigliare con la moglie Michela Lovo e la figlioletta Melika, nata a metà luglio nell'ospedale di Lecco.
ERBA Il sogno italiano di Azouz Marzouk si arricchisce di un nuovo capitolo: il suo legale, l'avvocato Roberto Tropenscovino, ha presentato in Questura a Milano e al Ministero il ricorso per il ricongiungimento famigliare con la moglie Michela Lovo e la figlioletta Melika, nata a metà luglio nell'ospedale di Lecco.
«Noi siamo tranquilli e lo aspettiamo - tiene a precisare l'avvocato Tropenscovino - Siamo molto fiduciosi riguardo al fatto che nei prossimi mesi, comunque nel 2011, finalmente Azouz potrà finalmente fare rientro in Italia, e questa volta per sempre».
Un mese dopo la nascita della piccola Melika, il 16 luglio alle ore 16,45, la moglie e la bimba avevano raggiunto Azouz in Tunisia, a Zaghouan, dove sono rimasti per alcuni mesi, rientrando a Lecco nelle scorse settimane.
L'obiettivo è quello del ricongiungimento della famiglia, come lo stesso avvocato Tropenscovino aveva dichiarato a luglio: «La presenza di Azouz alla nascita della figlia, anche se gli sarà sicuramente dispiaciuto non vedere sua piccola venire al mondo, non era strettamente necessaria. Il mio obiettivo è quello di farlo tornare in Italia, non per una settimana o un mese, ma per sempre. Per questo non avevo presentato la richiesta di rimpatrio temporaneo».
L'avvocato Tropenscovino stava infatti studiando un ricorso in questura a Milano da presentare entro pochi mesi e che aveva come obiettivo il rientro definitivo di Azouz Marzouk. Il giovane tunisino aveva scontato in Italia una pena di 13 mesi più la pena accessoria dell'espulsione dal territorio nazionale per una vicenda legata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
«Uno degli elementi su cui si baserà il nostro ricorso - aveva concluso il legale del giovane tunisino che nella strage di Erba aveva perso la prima moglie, il figlio di 2 anni e la suocera - è quello dell'affidamento congiunto, in modo da permettere ad Azouz di poter crescere il figlio». Un ricorso che nel frattempo è stato perfezionato e che nei prossimi mesi, se accolto, potrebbe permettere al tunisino di fare ritorno in Italia.
Azouz Marzouk attualmente si trova in Tunisia, a Zaghouan, e ha avuto il permesso di rientrare in Italia solo una volta, per assistere all'Appello del processo per la strage che ha confermato gli ergastoli per gli imputati Olindo Romano e Rosa Bazzi.
A marzo sarà previsto il terzo e ultimo grado di giudizio, la Cassazione, per i coniugi Romano che nel frattempo il 24 novembre hanno chiuso il conto con la giustizia per la vicenda legata al processo per minacce, ingiurie e lesioni che era stato giudicato la scintilla che aveva poi portato alla strage. Rosa Bazzi è stata condannata a un'ammenda di mille euro e il marito di 800 dal Tribunale di Erba per il processo celebrato a seguito del litigio avvenuto il 31 dicembre del 2005 nella corte di via Diaz con Raffaella Castagna e che era stato originariamente fissato il 13 dicembre 2006, una causa rinviata per oltre tre anni e mezzo.
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