Sempre più frontalieri
Ristorni a rischio

Raggiunta quota 47.648. Il Ppd chiede di diminuire i fondi ai comuni dal 38,8 al 12,5%

Record storico per i frontalieri in Ticino che hanno raggiunto quota 47.648, +0,4% rispetto al trimestre precedente. A confermarlo gli ultimi dati fornito dalla Confederazione relativi al terzo trimestre 2010. In particolare il Ticino è la terza Regione svizzera per quantità di frontalieri attivi sul proprio territorio. Al primo posto la Regione del Lemano (77.156) e della svizzera Nordoccidentale (63.324).
E forse non è un caso che nelle ultime settimane si è fatta più serrata la battaglia contro i lavoratori stranieri. In particolare, tornano nel mirino i ristorni, ossigeno finanziario fondamentale per i comuni, le comunità montane e le province di confine. Questa volta però non siamo di fronte ad una minaccia politica. Ma ad una vera e propria iniziativa cantonale. Misura che, se votata dal Gran Consiglio (il parlamento cantonale), consentirà al Ticino di presentare poi all'Assemblea Federale il progetto di elaborazione con cui poi, ovviamente, dovrà confrontarsi con lo Stato italiano.
A presentare l'iniziativa nelle scorse ore sono stati Fabio Regazzi, Paolo Beltraminelli e Giovanni Jelmini a nome del Gruppo del Partito popolare democratico (Ppd). «Per chiedere alla Confederazione – si legge nella nota con cui il passaggio è stato ufficializzato – di ridurre l'ammontare del ristorno a carico di Ticino, Grigioni e Vallese, ora al livello percentuale del 38.8%, in modo analogo a quello pattuito con l'Austria ovvero il 12.5%».
Conti alla mano una sforbiciata che rischierebbe, nella remota ipotesi di una revisione condivisa anche dall'Italia, di mandare a tappeto le casse di diverse amministrazioni di confine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA