Ecco il libro di Arrighi
Pienone e una rosa rossa

Tutto esaurito nell'auditorium della biblioteca di Como per la presentazione del volume scritto dall'armiere in carcere, in collaborazione con un altro detenuto e con una volontaria. L'omaggio della moglie. Pochi politici. Assente il sindaco su richiesta degli organizzatori

COMO - Tutto esaurito, ieri sera in biblioteca, per la presentazione del libro scritto da Alberto Arrighi (l'armiere al Bassone dal febbraio scorso per il brutale omicidio di Giacomo Brambilla) e da un altro carcerato, Carlo Avallone, insieme alla responsabile della cooperativa Homo Faber, Patrizia Colombo.
C'erano 180 persone, la sala era piena e qualcuno è rimasto addirittura in piedi. C'era, seduta in prima fila, anche Daniela La Rosa, moglie di Arrighi. E' arrivata quando il moderatore, il giornalista della Rai Enrico Castelli, aveva appena preso la parola.
La moglie dell'armiere di via Garibaldi aveva in mano una rosa rossa, forse un modo per ricordare Alberto Arrighi, protagonista del testo «Liberi in carcere, l'incontro nell'incontro», la cui presentazione ha suscitato nei giorni scorsi un mare di polemiche per la decisione del sindaco Stefano Bruni e della giunta di concedere il patrocinio. Bruni ieri sera non si è visto, gli stessi organizzatore l'avevano pregato di non esserci, «per evitare ulteriori strumentalizzazioni». C'erano, invece, tra il pubblico, il presidente del consiglio comunale, Mario Pastore, e il consigliere del Pdl Gianmaria Quagelli.
Alle polemiche che hanno preceduto la serata, in realtà, nessuno ha fatto cenno, salvo il numero uno dell'azienda Gi Group, Stefano Colli Lanzi, che da tempo sostiene l'attività di Homo Faber in carcere e si è lasciato sfuggire una battuta, parlando di «scetticismo e cinismo raccapricciante visto negli ultimi giorni a proposito di questa iniziativa». Colli Lanzi ha poi rivelato che il prossimo obiettivo è quello di aprire al Bassone un laboratorio «per la produzione di pane e pizza».
La responsabile della cooperativa, che all'interno del carcere gestisce un centro stampa cui collaborano una ventina di detenuti, ha sottolineato che «il libro parla prima degli uomini e poi dei detenuti» e ha poi raccontato la propria esperienza con chi vive dietro le sbarre. L'ha fatto anche Maurizio Rimoldi, mentre in chiusura sono stati proprio due ex detenuti a parlare della realtà del carcere e dell'incontro con i volontari della cooperativa.
La serata si è conclusa poco dopo le 22.30 in un clima sereno. Tant'è vero che anche la moglie di Arrighi si è intrattenuta a lungo a parlare con alcuni dei presenti.
Michele Sada

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