Ecco dove andrà
il primo cemento

Il sindaco di Como: "Allarme infondato, solo interventi di riqualificazione. Guerra sui numeri: "Sono 23, non 59 i piani attuativi"

COMO C'è l'ex albergo San Gottardo di piazza Cavour e ci sono diverse aree industriali dismesse, tra i piani attuativi sbloccati da una recente sentenza del Tar. Ma il sindaco Stefano Bruni afferma che «la città non sarà sommersa dal cemento e nessuna vagonata di metri cubi si abbatterà sui comaschi». Il primo cittadino replica all'allarme lanciato dal presidente della Commissione Paesaggio Fulvio Capsoni («Il treno dei piani attuativi si è rimesso in moto, con al traino vagonate di metri cubi edilizi») e da quello della Commissione urbanistica Mario Lucini («Questi piani andranno a impattare in modo rilevante su alcune zone della città»). «Sono annunci totalmente destituiti di verità che creano soltanto allarmismo - sostiene Bruni -. Io i 59 piani attuativi che sarebbero stati depositati in Comune non li ho visti».
Il sindaco si basa su altri dati. Quelli forniti ieri mattina dall'ufficio Urbanistica: 14 piani attuativi già istruiti e quindi pronti per passare all'esame del consiglio comunale (alcuni di questi sono già stati approvati e devono quindi essere adottati, per altri invece l'iter è appena all'inizio); 9 pratiche sbloccate dal pronunciamento del Tar, che ha bocciato la tesi dell'amministrazione, secondo la quale per procedere nelle zone B4 (aree produttive dismesse riqualificabili come residenziali) sarebbe stato necessario attendere l'approvazione del Piano di governo del territorio.
Sempre dall'ufficio Urbanistica si apprende che, delle nove pratiche, 5 sono già in istruttoria e 4 sono per il momento ferme. In ogni caso, dicono, si tratta di  interventi riguardano, per lo più, riqualificazioni di comparti già edificati. Tra i principali l'ex San Gottardo di via Fontana, l'Oec di via Bellinzona, l'ex Binda di via Venturino (le altre aree interessate sono via Pannilani, via dei Mulini, via Traù, via Canturina, via Roscio e via Petrarca).
«Lo ribadisco con rabbia e fermezza - sottolinea Bruni - ma l'allarme lanciato è del tutto privo di fondamento. Le pratiche di cui stiamo parlando sono tra l'altro tutte legate all'attuazione del Piano Regolatore vigente approvato nel 2001. Con altrettanta fermezza respingo anche le accuse mosse al Piano di Governo del Territorio. Questi piani attuativi non pregiudicano in alcun modo la prospettazione del Pgt. La filosofia del nostro Pgt è basata sulla trasformazione e riqualificazione dell'edificato esistente e non sulla nuova edificazione di aree libere o verdi». «In prima linea tra i difensori del paesaggio di Como - tiene a rimarcare Bruni - c'è sicuramente il sindaco».
Pietro Berra

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