Como, finisce in tribunale
l'incrocio via Zezio-via Grossi

I residenti volevano arretrare il muro dell'ex casa Terragni. Per il comune è tutto in regola. Per i pedoni resta il pericolo. Decenni di segnalazioni sui pericoli, sei anni per una striscia bianca che delimita il bordo strada, nuovi conflitti tra residenti e Comune: l'incrocio tra via Zezio e via Tommaso Grossi rimane un punto critico

COMO Decenni di segnalazioni sui pericoli, sei anni per una striscia bianca che delimita il bordo strada, nuovi conflitti tra residenti e Comune: l'incrocio tra via Zezio e via Tommaso Grossi rimane un punto critico e le critiche si sono riacutizzate in questi giorni. I residenti affermano che il nuovo muro di confine del condominio realizzato sull'ex casa Terragni presso la villa romana di via Zezio rappresenta «un'occasione persa». L'arretramento del muro, a loro dire, avrebbe rappresentato l'ultima occasione per sistemare l'incrocio, formare marciapiedi verso Garzola e Brunate, allargare via Grossi di 70 centimetri ed impedire che le auto, girando, occupino la corsia opposta. Rispetto al muro preesistente, il nuovo manufatto è stato in effetti arretrato, ma non quanto chiedevano i residenti e sarà formato, sul lato sinistro ascendente, un marciapiede di 120 cm, secondo le indicazioni del Comune alla Srl Concordia, titolare dell'operazione immobiliare. Per i residenti, invece, il Comune avrebbe potuto cogliere l'occasione anche per imporre marciapiedi su entrambi i lati della carreggiata, ed è l'ultima delle osservazioni all'interno di un contenzioso finito davanti al Tar. Infatti, alcuni condomini del fabbricato al numero 34 hanno fatto causa contro il Comune, coinvolgendo la Srl Concordia, per dichiarare priva di efficacia, in quanto sfornita dei presupposti di legittimità, la dichiarazione di inizio lavori per la costruzione di appartamenti e box al numero 37, l'ex casa Terragni, appunto, di fronte al numero 34. Il ricorso contesta la distanza dai confini, la distanza dai fabbricati preesistenti e dal ciglio stradale,volumetria ed altezze, ma il Comune, secondo quanto s'è appreso, ha confermato la conformità alla concessione. Regolari anche l'arretramento del muro, il marciapiede e la conseguente eliminazione degli spazi di sosta abusiva, larghezza della strada ridotta di dieci centimetri. Di fatto, all'angolo tra via Zezio e via Tommaso Grossi, una piccola teca sottovetro conserva una statua di Sant'Antonio con bambino: i residenti dicono che è un Sant'Antonio vigile. È per la sua intercessione, sottolineano, che si verificano meno schianti di quanti sarebbero prevedibili in un incrocio - caos, fra i più rischiosi della città. Un semaforo sospeso, a luce gialla lampeggiante esorta a far attenzione, ma neppure alcuni passanti abituali si sono mai accorti dell'esistenza del segnale. I più attenti hanno invece notato che la cassetta con il dispositivo di regolazione del semaforo ha tanto di lucchetto, però si apre con un dito e con un dito è possibile azionare la leva di accensione e spegnimento. I pedoni non hanno strisce pedonali per attraversare, gli automobilisti non hanno segnaletica.
L'amministrazione comunale sarebbe intenzionata a realizzare elementi di moderazione della velocità, in pratica rialzi in porfido che costringerebbero a rallentare: soluzione che lascia perplessi i .
Maria Castelli

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