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Domenica 19 Dicembre 2010
Marciapiedi, periferia dimenticata
In 20 all'ospedale per il ghiaccio
Il Comune continua a sostenere che il sale è stato gettato sull'asfalto, fin dalla notte tra giovedì e venerdì. Ma le condizioni in cui versavano alcune strade cittadine, l'indomani mattina, continuano a far pensare che sia accaduto il contrario. E l'opposizione di Como si scatena
COMO Altro che sale, ci fosse un marciapiede pulito. Le periferie sono piste per pattinaggio con il risultato che ancora ieri 20 comaschi sono finiti in ospedale per le conseguenze delle cadute. Il Comune continua a sostenere che il sale è stato gettato sull'asfalto, fin dalla notte tra giovedì e venerdì. Ma le condizioni in cui versavano alcune strade cittadine, l'indomani mattina, continuano a far pensare che sia accaduto il contrario. Il giorno dopo la nevicata che ha mandato in tilt il traffico in buona parte della città, non si spengono le polemiche sul fronte politico e a fioccare sono le lamentele di automobilisti e utenti dei mezzi pubblici. L'opposizione va all'attacco, con il capogruppo del Pd a Palazzo Cernezzi, Mario Lucini: «Si sono verificati alcuni episodi gravi e davvero inspiegabili – tuona – La cosa più incredibile è il fatto che non sia stata “salata” via Carso, rimasta addirittura chiusa fino alle due del pomeriggio. Come si fa a dimenticarsi una strada del genere? Non mi pare un dettaglio, tanto che si è intasata tutta la zona. Tra l'altro, dato che via Carso era impraticabile, si è pensato bene di indirizzare tutto le auto verso Salita Cappuccini, commettendo un secondo errore. Con una leggerezza incredibile, infatti, è stato deciso di spostare il traffico su una via anch'essa sporca. Personalmente ho assistito a scene assurde – spiega Lucini – e mi chiedo per quale motivo non sia stato fatto passare un mezzo spalaneve in Salita Cappuccini prima di intasare tutta la strada con le auto. La ditta che si occupa di questa zona - aggiunge - dovrebbe sapere che via Carso è una delle prime strade da pulire, invece non è stata né salata né spazzata. La situazione era migliore rispetto ad altre volte a Monte Olimpino e Ponte Chiasso – conclude il capogruppo del Pd – ma in convalle ci sono stati tanti problemi, paradossalmente proprio lungo le strade più importanti, quelle di accesso alla città. Percorrere la Napoleona in discesa non era certo agevole». L'assessore alle Strade, Stefano Molinari, respinge le accuse: «La salatura è stata fatta nella notte tra giovedì e venerdì e i mezzi hanno lavorato per tutta la giornata – dice – Ammetto che non è andato tutto alla perfezione, ma quello che era previsto è stato garantito in modo sufficiente. In via Carso si è verificato effettivamente un problema, perché si è data priorità ad altre strade. Ma sulla Oltrecolle e la Statale per Lecco il caos è stato creato dai camion e dalle auto senza catene o gomme da neve. Perché solo via Bixio era perfetta? Il sale è stato sparso lì come altrove, può darsi che i mezzi abbiano trovato meno traffico e il lavoro sia stato fatto meglio. Il problema vero è che il sale, se le temperature scendono a meno 5 gradi, perde quasi del tutto la sua efficacia e non impedisce più la creazione di ghiaccio». Molinari smentisce che ci siano criticità legate a scorte di sale carenti: «Ne abbiamo a sufficienza, ovviamente non lo sprechiamo. Comunque mi pare che le basse temperature abbiano creato difficoltà in tutta Italia, vedendo come abbiamo gestito la nevicata a Como sono sereno». L'assessore provinciale alla Viabilità, Pietro Cinquesanti, commenta: «Avrei preferito 40 centimetri di neve “normale”, invece era ghiacciata e siamo arrivati a meno 8. In queste condizioni continuare a gettare sale voleva dire sprecare soldi, perché con un freddo del genere il sale marino non fa effetto. Abbiamo provato a mischiarlo con cloruro di calcio, senza risultati. Comunque hanno lavorato tutte le ditte e la salatura preventiva è stata fatta, con 650 quintali solo per i 90 chilometri della zona 10, quella con la Arosio-Canzo, la Valassina, Cantù-Alserio e altro ancora. Ho la coscienza a posto».
Michele Sada
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