Tessile, torna il lavoro
Ridotte le vacanze

Como: nel 70% delle aziende sono aumentati gli ordini e la pausa natalizia si riduce a una settimana. Brenna: "Ripresa ancora debole ma è cambiato il modello produttivo"

COMO - Chiusura natalizia "breve" per il 70% delle aziende tessili comasche. Una percentuale quasi ribaltata rispetto allo scorso anno quando c'era stata una serrata  di due settimane o anche più. «In genere la scelta è quella di fermare gli impianti dal 3 all'8 gennaio per poi riprendere il lavoro il 10, complice anche al festività del 6 gennaio che cade a metà settimana» spiega Francesco Di Salvo della Filtea Cgil. Lavoreranno invece in molti dal 27 alla fine dell'anno per evadere gli ordini per le collezioni primavera-estate 2011. Da preparare poi i campionari per le fiere tessili del primo semestre 2011 oltre al materiale per le passerelle di Pitti uomo (dall'11 al 14 a Firenze) e della settimana della moda maschile a Milano (dal 15 al 19 gennaio). Una somma di appuntamenti che ha costretto alcune aziende, come ad esempio la Ratti, a tenere aperti gli impianti anche il sabato nell'ultimo periodo. Ma soprattutto a dettare un diverso ritmo alla produzione sono i numeri crescenti del fast fashion che impone ai marchi del settore un aggiornamento costante dell'offerta sugli scaffali e ai produttori una capacità di risposta agli ordini in tempi ristretti.
Segnali di ripresa? «Non ancora stabili soprattutto perché uno dei nostri mercati di riferimento, gli Stati uniti, ancora non l'ha imboccata con decisione - spiega il presidente del Gruppo filiera tessile di Confindustria, Gianluca Brenna - Comunque la ripresa anche là dove c'è è modesta e poco prevedibile. L'unico segmento di mercato che continua a rispondere bene e a crescere è il fast fashion che resta un modello di riferimento produttivo sempre crescente».
Prima un po' sotto traccia poi in maniera sempre più evidente, anche il tessile comasco sembra aver abbracciato con decisione questa nuova strada. Quindi basta lusso e alta gamma sulle sponde del Lario? «Un modello non esclude l'altro - puntualizza Brenna - Come in passato i nostri produttori sono stati bravi a rimanere sul mercato intercettando la voglia di qualità e di bello che arrivava dal mondo della moda, così oggi, difronte ad un consumatore che cambia, i comaschi hanno capito che lì è il futuro. Sarebbe sciocco negarlo e credo che ormai tutti l'abbiano capito».
Dunque, la metamorfosi del distretto tessile è in atto e lo dimostra la crescente richiesta di flessibilità nell'organizzazione del lavoro che arriva dal mondo della moda "veloce". «Chiaro che il passaggio non è facile né immediato - sottolinea brenna - Perché impone un cambiamento culturale, di organizzazione della produzione e, non ultimo, necessita anche una certa sicurezza sul fronte finanziario che forse oggi non tutti hanno a causa dei ritardi nei pagamenti e dal costo crescente delle materie prime. Comunque, mi sento di dire che il distretto comasco è a buon punto e ha saputo reagire bene».
Il 2011 sarà però un anno tutt'altro che facile, anche da un punto di vista occupazionale. «Il processo di consolidamento del mercato è ancora in corso e di conseguenza la riorganizzazione delle aziende in molti casi non è ancora completata. Per questo, anche il prossimo anno mi aspetto ricadute sull'occupazione anche se non nelle dimensioni dei due anni passati».
Elvira Conca

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