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Martedì 04 Gennaio 2011
Sul lago l'emigrazione dei giocattolai
Al seguito di Angelo Ventura e della sua fabbrica le maestranze in fuga dal Polesine alluvionato: una mostra a Torno dedicata ai balocchi di un tempo ricostruisce la figura di questo imprenditore che fino agli nni Ottanta ha dato lavoro a molti sul lago
Sta per chiudere i battenti (ultimo giorno di apertura il 6 gennaio 2011) la mostra Così giocavamo – mostra del giocattolo vintage organizzata dall'Amministrazione Comunale di Torno, in collaborazione con l'Associazione Alkema – Ambasciatori di Cultura e allestita nelle sale del Municipio del paese. Una mostra che sta riscuotendo un notevole successo, visto il cospicuo afflusso di visitatori, a partire dai giovani delle scuole.
Oltre duecento i pezzi esposti che fanno parte di collezioni private, con una consistente sezione dedicata ad alcune produzioni della Ventura Giocattoli, di Angelo Ventura, tra i più famosi giocattolai italiani del Novecento, che proprio a Torno aveva deciso di trasferire nel 1951 la propria attività, iniziata nel 1936 a Treviso.
Secondo la preziosa testimonianza della nipote, Elena Ventura, la scelta era caduta su Torno soprattutto per la sua posizione strategica, vicino a Milano e a due passi dalla Svizzera, senza dimenticare la bellezza del paesaggio che aveva colpito immediatamente la <<sensibilità artistica>> del nonno. La cosa interessante è che al suo seguito giungono a Torno, direttamente dal Veneto, maestranze specializzate in veste di “istruttori”, che si stabiliscono con le famiglie nel paese lariano, attirandovi poco dopo parenti e conoscenti sfollati dal Polesine alluvionato.
In breve tempo la Ventura Giocattoli diventa fino agli anni Ottanta una realtà importante per Torno, offrendo opportunità di lavoro non solo ai tornaschi ma agli abitanti dei paesi vicini e, a partire dagli anni Sessanta, ai diversi immigrati meridionali, in particolare donne.
Tra i pezzi esposti vi sono, soprattutto, le automobili (tra cui l'Alfa Romeo Sprint 1900 telecomandata, finita sulla copertina di Quattroruote del gennaio 1967 e usata per la locandina di questa mostra), le navi elettriche e gli elettrodomestici (lucidatrice e lavatrice).
Altrettanto interessanti i pezzi dei collezionisti privati che hanno risposto numerosi all'appello degli organizzatori, come ad esempio un cavallino a dondolo di fine Ottocento, un elefantino di pezza che ha circa 90 anni (appartiene a Piepaolo Grasselli), una tombola geografica, o i pezzi gentilmente concessi da Margherita Sala, che ha conservato diversi giochi di sua mamma e persino dei nonni, e da Marosa d'Annunzio che, nella doppia veste di organizzatore dell'evento con Chiara Grasselli per Alkema e con il Comune di Torno e di collezionista, ha creduto in questa mostra soprattutto <<per il messaggio che intende trasmettere: la forza della memoria, del ricordo, per non perdere mai la nostra identità, né il filo della nostra storia>>.
Presto sarà disponibile un album fotografico a colori con le immagini dei giocattoli esposti e l'elenco degli espositori.
Elena D'Ambrosio
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