La principessa Kate
e l'abito nuziale di Como

Como in pole per l'abito nuziale di Kate. Dopo l'improvvisa chiusura della fabbrica di Lullingstone, nel Kent, che dal 1937 fornisce i tessuti per le nozze e le incoronazioni dei Windsor, aumentano le chance di fornire la seta per la mise che Kate Middleton indosserà al suo matrimonio con il principe William a fine aprile.

a.savini

COMO Como in pole per l'abito nuziale di Kate. Dopo l'improvvisa chiusura della fabbrica di Lullingstone, nel Kent, che dal 1937 fornisce i tessuti per le nozze e le incoronazioni dei Windsor, aumentano le chance di fornire la seta per la mise che Kate Middleton indosserà al suo matrimonio con il principe William a fine aprile. Avviato negli anni Trenta da Lady Hart Dyke, che iniziò come hobby nel garage di casa a Leatherhead, nel Surrey, il setificio prese poi il nome da un castello, le cui stanze vennero invase da bachi e i cui giardini si riempirono degli alberi di gelso per alimentarli. Pochi giorni fa ha chiuso i battenti, generando scompiglio al di là della Manica. Non esiste infatti un'altra realtà sul suolo britannico in grado di realizzare i preziosi metri destinati a vestire la futura regina d'Inghilterra. Como si piazza tra i papabili fornitori, in virtù di un antico e consolidato rapporto con la corte londinese. È uscito dai telai della tessitura Taroni il mikado color grigio perla con cui è stata immortalata Camilla Parker Bowles, nell'aprile 2005, fuori dalla cappella di St. George, poco prima di coronare il lungo e contrastato sogno d'amore con Carlo. E di Taroni era anche la seta usata per il candido completo, sfoggiato nella stessa occasione, da queen Elisabeth. Michele Canepa, attuale proprietario della storica azienda lariana, è anche un fornitore abituale di Daniela Issa Helayel, stilista brasiliana trapiantata a Londra, che ha già firmato il vestito blu zaffiro scelto dalla prossima signora Wales per l'annuncio del fidanzamento. «Siamo pronti - risponde - In questi giorni abbiamo ricevuto richieste di lavorazioni molto particolari, però non mi risulta arrivino da Buckingham Palace. Se anche fosse, verremmo a saperlo dopo la cerimonia. Solitamente, l'ordine arriva dal sarto o da altri canali per sviare l'attenzione e tutelare la privacy». Così è successo per il recente sì di Victoria di Svezia. «Dopo qualche giorno - svela Canepa - una cortese mail ci informava che l'erede al trono aveva sfilato un nostro tessuto nella cattedrale di Stoccolma». Addirittura anni dopo si è venuti a conoscenza che era di Sergio Bini, nome legato alla qualità artistica della nostra filiera, la seta della camicetta con cui Lady Diana si presentò per la prima volta al fianco di Carlo. E solo andando a scovare tra gli archivi di Ravasi, le due ricercatrici della Fondazione Antonio Ratti sono riuscite a risalire all'origine comasca dell'abito nuziale dell'ultima regina d'Italia, Maria Josè. L'elenco, ovviamente, non si ferma qui. Ora l'auspicio è che il made in Como vesta il più glamour evento dell'anno.
Serena Brivio

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Giovedì 06 Gennaio 2011

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