Pazzi per i saldi a Como
Una città sotto assedio

I visi ipnotizzati dalle vetrine, lo sguardo di chi ragiona sui prezzi, l'ingresso deciso nei negozi di chi ha già in mente di fare una affare. E poi le code, fuori dalle porte, come Agiemme. Sei o sette per volta. Gli altri in attesa fuori al freddo. Nessuno fa una piega. Nessuno lascia il posto.

COMO I visi ipnotizzati dalle vetrine, lo sguardo di chi ragiona sui prezzi, l'ingresso deciso nei negozi di chi ha già in mente di fare una affare. E poi le code, fuori dalle porte, come Agiemme. Sei o sette per volta. Gli altri in attesa fuori al freddo. Nessuno fa una piega. Nessuno si lamenta. Nessuno lascia il posto. Tutti difendono la loro postazione come fosse un fortino. La gente fatica a riconoscere i temporary store, come quelli di Add o Verga selezione che ha chiuso il negozio in piazza San Fedele, ma ha creato uno spazio per i saldi sul retro. C'è la pubblicità dappertutto. Su due cartelloni vicino alla porta e su uno schermo luminoso davanti. Eppure chi passa, si ferma e dice: «Strano, è chiuso. Guarda gli orari. Oggi che giorno è? Giovedì. Che ore sono? Le tre. Sono le tre, ma è chiuso». Si forma un capannello, di gente che dice la stessa cosa. Poi una signora indica il cartello che svela: «Temporary outlet. 50 per cento. Presso l'atrio di via Canonica». La gente sembra impazzita. Al mattino si sono mossi in pochissimi. Tra questi le fanatiche dello shopping, come una coppia, madre e figlia, che alle 11 marciava verso l'autosilo del tribunale con i sacchetti di Agiemme e Tessabit nella mani. «Abbiamo puntato la sveglia per essere le prime - dice Roberta Salti -. C'erano due o tre cose  che non potevamo perdere». Forse conveniva che la sveglia la puntassero anche gli altri perché in centro al pomeriggio non c'era spazio per tutti. Il pubblico della befana sommato ai saldi. Un gran via via di gente. E poi la calca, la ressa, le risse quasi. «Piano, non spinga», sbotta una mamma che si prende una spallata. Da Yamamai sono talmente presi che nessuno alza la testa quando entri nel negozio. Dal Butti di via Milano sopravvive ben poco della merce di inizio stagione e negli altri Butti la gente schiaccia il naso davanti alle vetrine prima di entrare. Da TT-bagatt non ci si gira e in generale in tutti i negozi di scarpe è un delirio. Stefanel e Benetton sono prese d'assalto, come Intimissimi e Calzedonia. Pochissimi negozi come Moreschi si concedono il lusso di non aprire, altri di non fare saldi. Tutti gli altri svendono e scontano, qualcuno parte direttamente dal 50 per cento, come D&P che già ha i prezzi bassissimi. Ci sono migliaia di persone in centro. non tutte hanno i sacchetti di chi ha appena fatto acqusiti anche perché non potrebbe essere altrimenti. Non ci starebbero nei negozi. C'è la coda anche nei bar e perfino per la pizza di Tina Beretta per merenda. Le pasticcerie sono piene perchè il freddo è allucinante e taglia la faccia. Ma il popolo dei saldi non si spaventa. Una sciarpa in più, un cappello, stivali a mezza gamba. E mutande nuove. Ora è il momento di fare il pieno.
Anna Savini

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