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Giovedì 13 Gennaio 2011
Solidarietà e volontariato:
Cantù sempre più generosa
Lo sportello Caritas di via Corbetta lavora al limite delle potenzialità: gli assistiti sono in aumento e sono soprattutto italiani - Un gruppo di volontari crea una onlus per costruire un ospedale in una delle zone più povere del Madagascar
Chi aiuta i nuovi poveri canturini lascia l'auto sul piazzale della chiesa di San Teodoro. Entrano timidi, mezzo passo dentro l'uscio della Caritas. Appoggiano i golfini avvolti nel cellophane, piuttosto che la carrozzina per il bebè. Poche parole, «lascio qui, arrivederci», e poi via. Così i canturini, quelli generosi che quasi si mettono in fila per rifornire il guardaroba dei poveri. Sensibilità in crescita, nel viavai di ogni benedetto mercoledì pomeriggio, quando si riempie il magazzino delle tre stanze parrocchiali. Poi, al venerdì e alla domenica mattina, chi ne ha diritto si mette in attesa, dalle cinque e mezzo del mattino. Maglioni scarpe e giacche, per sé e per i bimbi, qualche chilo di pasta e una confezione di caffè. Dei bisognosi, uno su tre è italiano. Tra loro, avvocati e qualche altro professionista. Chi magari si ritrova a dover fronteggiare la crisi dopo una separazione coniugale.
Dopo ventun anni, lo sportello Caritas tra via Corbetta e via Volta gira al massimo delle possibilità. «Siamo al limite con le forze interne, servirebbe qualche volontario nuovo tra i ragazzi delle parrocchie, abbiamo 630 assistiti e per fortuna tantissime famiglie generose, di Cantù e dintorni – racconta Edgardo Pirini, responsabile del servizio – le donazioni sono tante, in aumento. Oggi, ad esempio, molti hanno portato pentole, elettrodomestici e piatti. Perché qualcuno, oltre a non avere da mangiare, non ha nemmeno forchette e coltelli. Il cibo? Arriva dalle collette del banco alimentare». Brava gente che aiuta non manca.
Ma i canturini sono in prima fila anche nella solidarietà senza confini. Canturini in prima fila nella solidarietà. Per far sorgere un piccolo ospedale ai margini della foresta a Kongony, in una delle zone più povere del Madagascar. Nascono così una onlus per gestire al meglio le risorse che singoli cittadini e imprese stanno mettendo a disposizione, oltre che un sito internet (www.bambinidelmadagascar.it) per dare massima trasparenza a quanto sta prendendo corpo con determinazione.
Motore dell'iniziativa Flo Carniti e il marito Beppe Antonioli. «Tutto è iniziato poco più di tre anni fa - sottolinea Flo Carniti, presidente della onlus affiancato da un Consiglio composto da otto volontari - con un filo diretto di solidarietà con l'isola di Nosy- Be e la missione cattolica di Hell Ville, dove diciotto suore di Santa Teresa del Bambin Gesù si prodigano con oltre seicento bambini spesso lasciati al loro destino da famiglie che non hanno neppure il necessario per sopravvivere. Qui abbiamo instaurato un rapporto consolidato, con ottanta adozioni di bambini a distanza, la creazione di tre aule scolastiche, un ambulatorio e un pozzo che per troppi anni hanno costituito un sogno in questa terra di grande povertà».
«Come spesso accade in queste situazioni - aggiunge Flo Carniti - ci si rende conto che in terre come queste c'è davvero bisogno di tutto. Siamo venuti a conoscenza delle condizioni di vita nell'entroterra, dove vi sono interi villaggi che non hanno mai visto un medico e dove si vive in situazioni di estrema precarietà. Come tirarsi indietro? Come abbandonarli al loro destino? E così al primo progetto legato alla missione cattolica abbiamo affiancato questo secondo obiettivo. Un'assicurazione è dovuta. Tutti i membri della onlus lavorano in spirito di assoluto volontariato. Neppure un euro viene trattenuto per le spese. Tutti i soldi raccolti vanno a buon fine in Madagascar, per la missione e l'ospedale».
Chi è interessato può visitare il sito www.bambinidelmadagascar.it o contattare direttamente Flo Carniti telefonando ai numeri 031.705229 (al mattino, nelle ore d'ufficio) o 335.6198457.
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