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Martedì 18 Gennaio 2011
"Torno a Como
in nome della legalità"
Bentornato, procuratore. «Ventitré anni, tre mesi e 12 giorni dopo», Giacomo Bodero Maccabeo ha varcato ieri mattina la soglia del tribunale di Como per ricevere dal presidente Nicola Laudisio l'investitura ufficiale di capo della Procura della Repubblica di Como.
COMO - Bentornato, procuratore. «Ventitré anni, tre mesi e 12 giorni dopo», Giacomo Bodero Maccabeo ha varcato ieri mattina la soglia del tribunale di Como per ricevere dal presidente Nicola Laudisio l'investitura ufficiale di capo della Procura della Repubblica di Como.
Visibilmente commosso («della commozione che si prova ogni qualvolta si faccia ritorno nei luoghi in cui si è stati ragazzi»), Bodero ha parlato una decina di minuti nell'aula di corte d'assise, zeppa di colleghi, di avvocati, amici, dei suoi familiari, venuti ad accoglierlo. «Questa è un terra che ha bisogno di legalità», ha detto Laudisio passandogli la parola, e di legalità il procuratore ha parlato, trasmettendo anche a chi lo ascoltava un po' della sua commozione. «Penso con tristezza ai tanti amici e maestri che non sono più con noi, agli avvocati Silvano Saladino, Stefano e Sandro Benzoni, Felice Sarda, ma anche ai procuratori Mario Del Franco e Giuseppe Ciraolo... Riprendiamo il nostro cammino, sotto le nuvole che cupe si addensano sul paese e sul suo futuro, con la consapevolezza della gravità dell'ora che incombe. Noi dobbiamo garantire la tutela del primato della legge e della dignità della toga, perchésenza il senso della missione la toga non sarebbe sacerdozio. Abbiamo il compito grave e solenne di giudicare gli altri e di restare sempre fedeli alla Carta costituzionale. Arrivo da una terra (la Sicilia, dove ha ricoperto fino a ieri la carica di procuratore di Trapani, ndr) in cui si fa un grande abuso del termine legalità. Rocco Chinnici diceva che l'antidoto all'illegalità protetta è la mobilitazione delle coscienze». Tennista provetto (ama ripetere che un buon pm deve fare come un buon tennista, «correre molto e parlare poco») Bodero ritorna a Como, sua città natale, con credenziali ottime, e forse anche circondato da robuste aspettative, dopo un ventennio trascorso a servizio della legge su e giù per il Paese (ieri ha voluto ringraziare sua moglie, «che in questi anni ha saputo tenere unita la famiglia»). Prima di Trapani, ha lavorato a Milano, Sondrio, Tortona, Caltanissetta, Gera, Locri. «Cercherò di mettere la mia esperienza a servizio di questo ultimo incarico della mia vita - ha detto al termine della cerimonia - Cercherò di portarlo avanti con determinazione, con serietà e sobrietà. Di silenzio si nutre la giustizia».
Il procuratore ha rivelato di avere già ricevuto due lettere anonime: «È una pratica che non mi appartiene. Confido - ha detto - che siano anche le ultime».
Stefano Ferrari
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