Apre la mensa solidale
ma rimane deserta

Ieri primo giorno del pranzo «a tre euro» promosso da vincenziani, Caritas e Comune di Como. Non si è presentata neanche una persona. E' mancata l'informazione

p.berra

COMO - Era pronto anche l'attaccapanni, perché tutto contribuisce a dar segno d'accoglienza e d'attenzione. Fuochi accesi in cucina, per cuocere rigatoni, scaloppine e finocchi in padella che sarebbero stati serviti in piatti di ceramica, con posate d'acciaio, con bicchieri di vetro, unica concessione all'«usa e getta» i tovaglioli di carta, pane già tagliato a fette e mandarini già nella ciotola. Ma non s'è presentato nessuno al primo pranzo della «mensa solidale» aperta ieri in città al numero 2 di via Lambertenghi, nella Casa della Missione, in collaborazione tra i Padri Vincenziani, la Caritas e il Comune per tutti coloro che sono in momentanea difficoltà e che sono nella cosiddetta «zona grigia». Non sono così poveri da non aver tre euro per un pranzo di due portate, pane, frutta, bevanda e non possono spendere di più per mangiare una volta al giorno e mangiare giusto. Il menù, infatti, è calibrato con carboidrati, proteine della carne, del formaggio e delle uova, alternati durante la settimana, vitamine della verdura e della frutta. Ma, finora, hanno telefonato volontari per servire a tavola e «santi bevitori» che hanno scelto lavori socialmente utili in sostituzione della pena accessoria della confisca dell'auto che guidavano in stato d'ebbrezza. Non si sono presentati gli ospiti a ritirare la tessera che dà diritto all'accesso alla mensa solidale, chiamata così perché è espressione dell'accordo tra Congregazione della Missione della San Vincenzo, Caritas e Comune. In particolare, l'assessore ai servizi sociali e vicesindaco, Ezia Molinari, ha creduto molto in questo servizio ai pensionati, alle famiglie, ai lavoratori in difficoltà. Servizio, certo, perché tutti hanno diritto ad un pasto caldo a mezzogiorno e il contributo richiesto a pasto, tre euro, preserva la dignità della persona, non la fa sentire oggetto di elemosina, ma soggetto che cammina insieme. A due passi, in via Primo Tatti, le Suore della San Vincenzo continuano a servire pasti ai nullatenenti, ai senzatetto, alle persone in grave difficoltà e sono tre i turni, dalle 80 alle 90 persone in tutto, in attesa già da metà mattina. In via Tommaso Grossi, funziona la mensa serale delle Suore Guanelliane; in via Lambertenghi, la mensa solidale, chiamata così anche perché il Banco Alimentare, Siti Cibo e Corto Circuito contribuiscono alla fornitura dei prodotti. «Era importante aprire - dice Padre Giuseppe, il rettore della Congregazione della Missione - prima dell'inaugurazione ufficiale, la settimana prossima, per dar modo agli interessati di accedervi e di far girare l'informazione. Il bisogno esiste. Ma spesso, le persone non sanno che esistono anche le risposte e che non devono sentirsi sole. Il Centro Servizi per il volontariato, la Caritas, la San Vincenzo ed altre associazioni stanno facendo conoscere questo nuovo servizio». La mensa funziona dal martedì al sabato, dalle 12 alle 13,30: sono già pronte le tessere per un solo pasto, per cinque o per dieci, ma l'offerta di un pasto è anche un modo per avvicinare le persone, parlare con loro, farle parlare. Una parola, a volte, è più importante delle scaloppine. Il profumo delle scaloppine, però, ieri era proprio invitante.
Maria Castelli

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Mercoledì 19 Gennaio 2011

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