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Giovedì 20 Gennaio 2011
Paratie, il cantiere smantella
Rimosse le ruspe e le chiatte
Chi ha fatto una passeggiata in viale Geno ha subito notato qualcosa di diverso sul cantiere delle paratie. La chiatta è sparita così come le ruspe. Ieri una macchina e qualche operaio, ma il cantiere delle paratie di Como è a tutti gli effetti fermo
Domani il lungolago verrà chiuso a singhiozzo dalle 9.30 alle 16.30 perché, come hanno fatto sapere dal Comune, «dovranno essere eseguite delle rilevazioni in concomitanza con l'infissione delle palancole nel tratto compreso tra la gelateria Ceccato e l'hotel Terminus, all'interno dell'area di cantiere. Tali prove sono legate agli approfondimenti che sono in corso, affidati al professor Lorenzo Jurina, docente di Tecnica delle costruzioni alla facoltà di Architettura del Politecnico, per valutare le possibili interazioni tra le opere previste e i fabbricati». Tecnicamente sarà necessario che al momento delle rilevazioni, sul lungolago non transitino le auto e pertanto la strada verrà chiusa per 10 minuti circa in corrispondenza dell'infissione della palancola. L'operazione sarà ripetuta 15 volte e, vista la necessità di rilevare i dati con i sismografi, ci vorranno diverse ore. Il Comune suggerisce anche di utilizzare percorsi alternativi.
Intanto attorno al cantiere la tensione è alle stelle e i commercianti iniziano ad essere furibondi. «Non si sentono più rumori - dice Diego Bocconcello del ristorante "La vita è bella" - e non lavorano più. Questa vicenda è uno scandalo e se pensiamo che hanno chiuso viale Geno in estate e adesso sono fermi con il cantiere è assurdo. Dall'abbattimento del muro non è cambiato niente». Duro anche Roberto Rigamonti, titolare del bar "Golosità": «Non si sa cosa stanno facendo, vanno molto lenti. Del resto se non possono più lavorare perché il Comune non dice come si deve proseguire, siamo alla vergogna. Siamo più che preoccupati, sarà un'altra Ticosa. Del Comune non si vede nessuno: almeno quando c'era Caradonna si vedeva qualcuno sul cantiere. Lui si è preso le sue responsabilità, ma adesso, ripeto, non si sa più nulla. Se l'azienda se ne va è grave: quando ricominceranno a lavorare? Se ci lasciano in queste condizioni è un disastro. L'amministrazione potrebbe poi almeno riaprire ai pedoni la parte di viale Geno dove hanno finito i lavori: arriva la bella stagione e anche domenica c'era parecchia gente a passeggio. Tra le automobili».
Impossibile fare previsioni su quando il cantiere ripartirà. Dagli ambienti che seguono la vicenda trapela che ci vorrà qualche mese per arrivare all'approvazione della perizia di variante. Nel frattempo molto probabilmente il Comune dovrà ordinare il fermo cantiere perché l'impresa, in soldoni, dice che se ne va perché l'amministrazione non ha ancora indicato come devono procedere i lavori. Non si può escludere che la vicenda sfoci in un bagno di sangue (economico) per Palazzo Cernezzi: c'è il rischio che si arrivi in tribunale con richieste di pagamento di penali e di risarcimenti. Nessuno lo vuole nominare direttamente, ma c'è anche lo spettro che l'azienda possa arrivare a chiedere, se non si troverà una via d'uscita in tempi brevi, la rescissione del contratto.
A questo punto tutto ruota attorno alla perizia in fase di costruzione, ma avvolta in incertezza e mistero: dell'ultimo vertice che si è tenuto la settimana scorsa in Comune e dal quale non è stato fatto trapelare nulla. A Palazzo Cernezzi girano sempre le stesse cifre necessarie per concludere i lavori della maxi opera che avrebbe già dovuto essere inaugurata in questi giorni e che, invece, è ancora estremamente incerte. Per finire servono tra i 3 e i 4 milioni.
Gisella Roncoroni
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