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Venerdì 21 Gennaio 2011
Paraite: cantiere fermo
almeno per due mesi
Stop in attesa dell'approvazione della variante che consentirà all'impresa di proseguire. Ma sul tema a Palazzo Cernezzi la tensione è altissima. E anche i consiglieri comunali di maggioranza ormai non credono più al sindaco e sono stufi di non avere indicazioni precise sull'opera principale per la città
Ma sul tema delle paratie a Palazzo Cernezzi la tensione è altissima. E anche i consiglieri comunali di maggioranza ormai non credono più al sindaco e sono stufi di non avere indicazioni precise sull'opera principale per la città. «Ci vogliono chiarezza e certezze dei tempi - tuona il leghista Guido Martinelli - ed è particolarmente grave che dopo tutto quello che è successo ci siano ancora problemi. Attendiamo pronte risposte da parte di chi segue la vicenda e che siano credibili. Il passaggio in maggioranza è un primo passo positivo, ma è imprescindibile che Bruni spieghi con la massima trasparenza la situazione in consiglio comunale, che rappresenta l'intera città. Avrebbe già dovuto farlo da tempo, visto che un anno fa lo chiedemmo con un apposito ordine del giorno. Questa vicenda già ha assunto i contorni del ridicolo e così non può far altro che peggiorare. Va riconosciuto che l'azienda è stata professionale e seria: altri al loro posto se ne sarebbero anche già andati. Bruni comunque non ha rispettato l'impegno di relazionare al consiglio e questo non stupisce visto che lo fa spesso». E ancora: «Ci aspettavamo maggiore attenzione perché questo tema viene sbandierato quotidianamente da lui stesso in modo positivo».
Durissimo il capogruppo di Autonomia liberale per Como >Piercarlo Frigerio: «Il nostro lungolago è il biglietto da visita della città e siamo in una situazione paradossale e forse non ci rendiamo conto di quello che stiamo facendo. Vanno riaperti degli spazi il prima possibile perché non si può stare così per chissà quanti anni e magari valutare di interrompere anche l'opera piuttosto che trascinare un cantiere infinito». Frigerio in consiglio aveva già detto di ritenere inutile la maxi opera. Poi l'affondo: «Siamo ormai alla presa in giro nei confronti del consiglio e della città e un simile atteggiamento non è tollerabile, è un'ulteriore manifestazione che il primo cittadino non prova amore per Como. Ticosa e paratie ad esempio sono opere che sarebbero dovute essere il rilancio della città e, invece, ne stanno scrivendo l'epitaffio. Quanto ci sono costate e quanto ci costeranno in totale? Superficialità, approssimazione ed errori marchiani sono stati il leitmotiv del secondo mandato Bruni». Nel pomeriggio lo stesso capogruppo del Pdl Claudio Corengia aveva auspicato «un incontro urgente» per avere tempi certi.
Dall'abbattimento del muro, un anno fa, a oggi la situazione si è complicata ulteriormente. «Quello che so - commenta l'ex assessore Fulvio Caradonna, che si dimise proprio per il muro - lo apprendo dai giornali. Quel cantiere è delicato e ancora adesso paga il clima di nervosismo nato allora. Tutti, me incluso, hanno iniziato a urlare e a dire la loro e questo ha creato una situazione non tranquilla, cosa di cui quei lavori avrebbero bisogno. Non attribuisco colpe a nessuno, ma il dato di fatto è che c'è tensione e la situazione diventa via via esplosiva da quello che leggo».
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