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Domenica 23 Gennaio 2011
La Como vista dai turisti
Buche, cemento e il nulla
Viaggio dall'uscita dell'autostrada alla ricerca del mito Lariowood. Solo palazzi, niente alberi e zone abbandonate. Pure il lago è invisibile. Tutte le pecche di una città come Como che dovrebbe essere a misura di turisti
In fondo alla Napoleona le indicazioni stradali portano all'inizio della tangenziale: il primo spazio che si trova è, sulla sinistra, la Ticosa. Gli scheletri della vecchia tintostamperia sono stati abbattuti, ma dall'auto adesso si vede un'area abbandonata con un vero e proprio bosco (fatto di alberi contorti e di rovi) che sta crescendo in buona parte della spianata. Il viaggio prosegue e, dal finestrino si vede (e soprattutto si sente) la Comodepur con il suo odore tutt'altro che di violetta e, poche centinaia di metri dopo, l'area dell'ex Danzas ancora dismessa. Si imbocca via Recchi e, se si prosegue dritto, ci si trova al monumento ai caduti con (finalmente) l'azzurro del lago. Se malauguratamente si svolta a destra ci si scontra con le palizzate del cantiere delle paratie che poi diventano griglie con vista sulla spianata di ghiaia. Del lago, insomma, nessuna traccia. Per vedere il blu bisogna arrivare, dopo aver percorso l'intero girone, in piazza Cavour. Ma attenzione: il blu è visibile solo per pochi metri. Guardando bene, si scorge anche la diga foranea. In pezzi.
Gisella Roncoroni
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