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Giovedì 27 Gennaio 2011
Il 42% delle nuove case
resta senza acquirente
Previsione per il 2011 nel comasco: oltre il 40% delle abitazioni rimarranno invendute e, rispetto al 2006, le nuove costruzioni residenziali saranno il 56% in meno
Dati scioccanti quelli rilevati da uno studio misto (sondaggio su 100 dei 1.700 architetti iscritti all'ordine e valori rilevati dall'osservatorio sulle opere pubbliche) commissionato dall'ordine degli architetti e condotto da Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Cresme (Centro ricerche economiche e sociali di mercato per l'edilizia e il territorio). Nell'edilizia residenziale le percentuali di stock di abitazioni costruite da architetti e rimaste invendute ha segnato un costante incremento: 15,1% nel 2006, 17,5% nel 2007, 26,2% nel 2008, 38,1% nel 2009, fino ad arrivare alla previsione del 42% per il 2010. Analogo discorso vale per gli uffici (che sono passati dal 15,3% del 2006 al 37,6% del 2010), per il commerciale (dal 12,3% al 33,1%) e per i capannoni industriali (dal 12,8% al 36,7%). Una costante ascesa dell'invenduto, che va di pari passo con il crollo della nuova produzione residenziale: 4.659 abitazioni, pari a 1.559 migliaia di metri cubi nel 2006; 3.283 case, pari a 1.220 mmc di volumetria nel 2007; 3.131 abitazioni, pari a 1.271 migliaia di metri cubi nel 2008; dato costante nel 2009; discesa a 2.574 case nel 2010, pari a 1.002 mmc; per scendere ancor di più a una previsione di 2.039 abitazioni, pari a 815 mmc nel 2011. In cinque anni il decremento registrato è superiore al 56%.
Dato in controtendenza, invece, quello dei fabbricati, che nel 2011 dovrebbero subire una diminuzione nel numero, ma non nella volumetria rispetto al 2009, e che segnano un incremento del 43% di volumi rispetto al 2006: 139 nel 2006, pari a 994 migliaia di metri cubi; 176 nel 2007, pari a 1.277 mmc; 259 nel 2008, pari a 1.464 mmc; 326 nel 2009, pari a 1.427 mmc; 256 nel 2010, pari a 1.354 mmc; per assestarsi ad una previsione di 248 fabbricati, pari a 1.429 mmc nel 2011. Importi oscillanti, che riportano i dati del 2010 ai livelli del 2002, si ricavano invece dall'analisi dei bandi di gara pubblici (con esclusione di quelli della terza corsia dell'A9 e dei due tratti della tangenziale Pedemontana): 268 bandi nel 2002, per un importo complessivo di 97,7 milioni di euro, che salgono a 282 nel 2005, per un importo complessivo di 260,9 milioni di euro, per poi scendere nel 2010 a 98, pari però all'importo di otto anni fa, ovvero 98 milioni di euro.
Un altro fenomeno che sta caratterizzando la recente evoluzione del mercato delle opere pubbliche riguarda le procedure innovative per realizzarle, i cosiddetti nuovi mercati, che si contrappongono alle procedure tradizionali, fatte di sola esecuzione. Si pensi che nel 2009 la percentuale dei nuovi mercati ha raggiunto il 52% in termini di importo e il 20% in termini numerici, e nel 2010, tra gennaio e ottobre, il 21% dei bandi di gara ha riguardato proprio procedure innovative di partenariato e facility management, il che è significativo se si considera che nel 2002 la percentuale non arrivava al 3%. Rilevante è anche il richiamo degli architetti verso i lidi di più ampio respiro internazionale: la percentuale è passata dal risicato 2,7 del 2006 a un consistente 11% del 2010. Occorre però considerare che per i comaschi la Svizzera è a un passo.
Luca Marchiò
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