Como, locali comunali:
ecco chi non paga

Appartamenti, negozi, ristoranti, uffici, sedi di associazioni: c'è davvero di tutto nell'elenco dei beni di proprietà del Comune dati in affitto. E c'è anche chi non paga

a.savini

COMO Appartamenti, negozi, ristoranti, uffici, sedi di associazioni: c'è davvero di tutto nell'elenco dei beni di proprietà del Comune dati in affitto. Un patrimonio complessivo di 832 unità immobiliari, che avrebbe dovuto fruttare a Palazzo Cernezzi, nel 2010, oltre 3 milioni e 300mila euro. Il condizionale è d'obbligo, perché il tasso di morosità ha fatto scendere in misura notevole la cifra realmente finita nelle casse dell'amministrazione cittadina. Parliamo di un 14% di canoni non riscossi nel caso degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica e di un 10% per quanto riguarda gli spazi affittati ad associazioni ed enti. A tutto questo bisogna aggiungere i privati morosi: il credito vantato dal Comune si è accumulato nel corso degli anni e ha raggiunto quota 262mila euro, con casi di sfratto già finiti sul tavolo dell'Ufficio legale e affitti non pagati da più di cinque anni. Il patrimonio comunale è davvero eterogeneo e comprende 45 unità affittate a esercizi commerciali, ristoranti o privati, altri 126 spazi destinati ad associazioni che pagano un canone di concessione o di locazione e infine 661 alloggi (636 in Edilizia residenziale pubblica con canoni agevolati). Decisamente interessante, in particolare, l'elenco degli immobili comunali affittati a privati (974.050 l'incasso previsto per il 2010, ma non tutti hanno pagato), visto che l'entità dei canoni annui - riportati nella tabella pubblicata in questa pagina - sembra tutt'altro che proporzionale, in qualche caso, alla posizione e al valore degli spazi. Dai bar in viale Geno fino al lido e al ristorante di Villa Olmo, passando per i negozi in via Milano. Me dell'elenco fanno parte anche librerie, parrucchieri, farmacie, una clinica veterinaria e persino il campeggio di via Cecilio. Emergono, inoltre, i canoni stabiliti per gli uffici di Acsm Agam in via Vittorio Emanuele, proprio di fianco al Comune (116mila euro l'anno), e quelli concordati con Asf per la stazione degli autobus di piazza Matteotti (23.470 euro). Sui casi più eclatanti chiederà lumi a breve il consigliere Mario Molteni (lista per Como), che aveva presentato un interrogazione sul tema e proprio nelle ultime ore ha ricevuto informazioni dettagliate sui canoni. Ma se ne discuterà anche in commissione Patrimonio. «Alcune cifre appaiono fuori mercato - sottolinea Molteni - e non mi convincono. Può darsi che si tratti di contratti molto vecchi e quindi i valori siano quelli di dieci anni fa. Non penso, però, che la giustificazione valga per tutti gli immobili». Torna in primo piano, peraltro, il caso della società Cabella (già sollevato proprio da Molteni e dalla collega di gruppo Roberta Marzorati qualche mese fa), che ha in affitto il ristorante di Villa Geno. In sintesi, gli accordi con il Comune prevedevano che le spese sostenute per i lavori di ristrutturazione del locale venissero scalati dall'affitto, motivo per cui negli ultimi 9 anni gli inquilini non hanno versato nemmeno un euro a Palazzo Cernezzi. Le spese (quantificate nel 2007 dalla giunta in 1 milione e 494mila euro, cifra salita nel corso degli anni e finita per questo al centro delle polemiche) superavano, infatti, l'ammontare del canone. Proprio nel 2010 il Comune avrebbe finalmente dovuto incassare i primi soldi ma, stando alla tabella fornita dagli uffici, il ristorante risulta moroso (25.790 euro è la cifra non versata). In totale i casi di morosità sono 17 su 45 unità destinate ad attività non residenziali: ci sono 8 piani di rientro già concordati, 5 diffide e 4 procedure di sfratto avviate.
Michele Sada

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Sabato 29 Gennaio 2011

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