Muovere oggetti col pensiero
A Simpatia il sogno è realtà

Al centro per disabili di Valmorea stanno testando il Brain Computer Interface (Bci), una macchina che grazie all'impiego di 16 sensori posizionati in testa con una cuffia scandaglia le onde celebrali e trasforma stati emozionali ed espressioni facciali in ordini al computer

p.berra

COMO - «Ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi…»: film cult Blade Runner, anno 1982, centro per disabili Simpatia di Valmorea, anno 2011. Qui da pochi giorni stanno testando il Brain Computer Interface (Bci), una macchina made in Usa, che grazie all'impiego di 16 sensori posizionati in testa con una comoda cuffia scandaglia le onde celebrali e trasforma stati emozionali ed espressioni facciali in ordini al computer: si possono ad esempio accendere e spegnere le luci, oppure si può selezionare la musica preferita. Il tutto senza impiegare l'uso degli arti: inutile sottolinearne l'importanza per un disabile. Ma il vero salto di qualità rispetto al Cyber Link (strumento a tre elettrodi in commercio dal 2005 - e testato a Valmorea fin dal 2002 - che permette di selezionare le lettere da battere stringendo i denti o inarcando il sopracciglio al passaggio di una linea prima orizzontale e poi verticale sulle stesse) il Bci lo fa nella mappatura degli impulsi celebrali associati a spostamenti in tutte le direzioni del cursore. In altre parole, è sufficiente pensare intensamente alla mano sinistra per andare in quella direzione, oppure associare ad una particolare immagine (il piatto preferito, piuttosto che un oggetto) l'azione di selezione per effettuare il click. Per ora la macchina è sottoposta ai test condotti dall'ingegnere Nicola Liboni e da un suo collaboratore, ma presto, stante anche il prezzo contenuto che si aggira attorno ai 500 euro, potrebbe essere impiegata nel centro. Il Simpatia è diretto da Irma Missaglia, mentre la comunicazione è curata da Silvia Introzzi. Il centro, nato nel 1999, dà ospitalità attualmente 24 ore su 24 a 28 persone (di cui 8 temporanee), cui devono aggiungersi altre 18 durante il giorno. La mission dichiarata, e che ha portato il centro ad intessere collaborazioni con il Politecnico, l'università Sant'Anna di Pisa e la fondazione Dominic di Lugano, è quello di studiare ad uno ad uno i casi di disabilità e inventare (come nel caso dell'ascensore domotico che necessita di solo 5.000 euro per essere completamente automatizzato) soluzioni che abbiano un impiego pratico. Potrebbe anche arrivare una macchina in grado di tradurre direttamente i pensieri in parole scritte al computer. Un passo nel futuro.
Luca Marchiò

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Lunedì 31 Gennaio 2011

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