Homepage / Como città
Giovedì 03 Febbraio 2011
Allarme per l'influenza suina
Già cinque casi gravi a Como
Gli affetti dal virus sono ricoverati in reparti di terapia intensiva. Il picco, come ha comunicato lo stesso ministero della Sanità, è imminente e le ultime rilevazioni indicano un'incidenza delle sindromi influenzali del 7,5%
Il virus AH1N1, secondo Influnews, continua ad essere il predominante nell'area sorvegliata, ma stanno circolando insieme virus influenzali di tipo B e virus influenzali A/H3N2: l'andamento lombardo e comasco non si discosta da quello nazionale ed europeo. Il picco, come ha comunicato lo stesso ministero della Sanità, è imminente e le ultime rilevazioni indicano un'incidenza delle sindromi influenzali del 7,5%. Significa che circa 4.500 comaschi, in questi giorni, sono a casa, con febbre che può arrivare a punte molto alte, 39 – 40 gradi, difficoltà ed affezioni respiratorie o patologie all'apparato gastrointestinale. Sintomi normali, di una normale influenza stagionale, in tre – quattro giorni recedono, con antipiretici, liquidi, acqua, thè, spremute, dieta leggera, riposo. «Nessun allarmismo», dicono tutti i medici che non notano neppure particolare afflusso al pronto soccorso. È l'insorgenza di complicanze, soprattutto in soggetti già fragili e già affetti da altre patologie, a richiedere cure appropriate e per riconoscere il ceppo virale, è necessario un apposito esame sul materiale prelevato con tampone nasale – orofaringeo. «Non è un esame di routine. Viene eseguito su pazienti gravi, ricoverati in ospedale», precisa il presidente dell'Ordine dei Medici, Gianluigi Spata e che ribadisce: «Nessun allarmismo». I medici di medicina generale, anche quest'anno, hanno contribuito alla campagna di prevenzione e di vaccinazione dall'influenza e il vaccino comprendeva pure la copertura dall'H1N1, ceppo che ha fatto la propria comparsa nel 2009, sollevando previsioni apocalittiche di pandemia, cioè di epidemia mondiale, che non avrebbe escluso alcun Paese. Invece, non vi è stata pandemia e chi è stato colpito da “febbre suina” è guarito perfettamente, se non era portatore di altre gravi malattie. «Nulla di diverso dalla normale influenza si manifesta in chi è colpito dall'A/H1N1. Sappiamo come trattare i pazienti», sottolineano i medici e sostengono che da sempre l'influenza miete vittime, quando colpisce organismi già debilitati, che non hanno anticorpi e capacità di reazioni. L'influenza, ma potrebbe essere un'altra infezione, un'altra malattia da virus o da batterio.
E mentre si avvicina il «picco» e il 10 – 12 per mille della popolazione potrebbe essere toccato, l'ultima rilevazione, riferita alla terza settimana dell'anno, indica che i medici sentinella della Regione Lombardia, compresi i medici comaschi, hanno inviato 63 tamponi orofaringei per la sorveglianza virologica dell'influenza.
Di questi, il 64%, cioè 40, è risultato positivo per virus influenzali. In particolare, 29, pari al 73%, sono risultati positivi per A/H1N1, il 7% per A/HN3N2 e il 20% per virus influenzale di tipo B. Dall'inizio della sorveglianza virologica dell'influenza, nel novembre scorso, i medici sentinella hanno inviato 221 campioni respiratori, di cui il 34% sono stati confermati da laboratorio come virus da febbre suina, il 2% come virus influenzali A/H3N2 e l'8,6% come virus influenzali di tipo B. Il virus A/H1N1 è dunque cresciuto con il crescere dei casi, è diventato predominante. Ma non è diventato, dicono i medici, più aggressivo, non è mutato.
Maria Castelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA